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Settembre
12 Settembre 2022

L’E­STRE­MI­SMO DI CEN­TRO

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L’Oc­ci­den­te è un mon­do di mode­ra­ti.

Dal­l’ul­ti­mo agri­col­to­re sud-euro­peo al pri­mo degli indu­stria­li in coda in tan­gen­zia­le con il nuo­vo suv in lea­sing, pas­san­do per gli impie­ga­ti del­le buro­cra­zie sta­ta­li, arri­van­do agli stu­den­ti coi sol­di di papà, gli occi­den­ta­li appar­ten­go­no in lar­ga mag­gio­ran­za a quel­la schie­ra socia­le e poli­ti­ca dei cosid­det­ti mode­ra­ti. Ric­chi o pove­ri che sia­no, i cit­ta­di­ni del nostro mon­do si ten­go­no bene alla lar­ga dai cam­bia­men­ti più o meno radi­ca­li, dal momen­to che – cre­do – han­no mode­ra­ta­men­te pau­ra che le cose si met­ta­no mode­ra­ta­men­te peg­gio di come stan­no ora. 

Come dar­gli tor­to? Bene o male, sia­mo abi­tua­ti all’e­qui­li­brio su quel­la cor­da sospe­sa a deci­ne dime­tri d’al­tez­za, che anche sol­tan­to un lie­ve sof­fio di ven­to può spo­sta­re e far­ci pre­ci­pi­ta­re a pic­co. Allo­ra meglio sta­re in equi­li­brio, immo­bi­li, ben con­sa­pe­vo­li del­l’e­nor­me peri­co­lo che si cor­re­reb­be se solo ten­tas­si­mo di fare qual­che pas­so avan­ti. Qual­cu­no dal bas­so, coi pie­di però ben appog­gia­ti a ter­ra, ci con­vin­ce (sen­za nem­me­no insi­ste­re trop­po) a non muo­ver­ci, a non sta­re né a destra né a sini­stra, a non fare nem­me­no un pas­set­ti­no indie­tro e figu­ria­mo­ci in avan­ti. Ecco quel qual­cu­no; sono i mode­ra­ti di pro­fes­sio­ne, per­fet­ta­men­te ade­ren­ti al com­mu­nis con­sen­sus.
Qui da noi in Ita­lia, ben pri­ma del­la nasci­ta di que­sto nostro disgra­zia­to Pae­se uni­fi­ca­to, i mode­ra­ti rap­pre­sen­ta­va­no già quel movi­men­to cau­ta­men­te rifor­mi­sta che – a dif­fe­ren­za di Maz­zi­ni e del­la sua auspi­ca­ta rivo­lu­zio­ne popo­la­re – pre­fe­ri­va gli accor­di e i pat­ti segre­ti con le gran­di poten­ze stra­nie­re. Pos­sia­mo capir­li in fon­do, essen­do que­sto movi­men­to dei mode­ra­ti un rag­grup­pa­men­to di ari­sto­cra­ti­ci, sol­da­ti, intel­let­tua­li e uomi­ni d’af­fa­ri. Insom­ma già allo­ra emer­ge­va la figu­ra del mode­ra­to di pro­fes­sio­ne, restio ai cam­bia­men­ti, tan­to meno quel­li dra­sti­ci, per poter man­te­ne­re quel sal­do con­trol­lo dei pro­pri affa­ri per­so­na­li che solo in una con­di­zio­ne di cal­ma socia­le pote­va­no esse­re sicu­ri di diri­ge­re con dovu­ta atten­zio­ne. Così è anche oggi. 

L’uo­mo mode­ra­to di pro­fes­sio­ne è vivo e vege­to anche nel­l’I­ta­lia attua­le: è quel signo­re che dal bas­so ci invi­ta con ardo­re a rima­ne­re fer­mi in equi­li­brio sul­la nostra cor­da tesa e ad accon­ten­tar­ci di pic­co­le e mode­ra­te rifor­me, con la pro­mes­sa che il ven­to pri­ma o poi ces­se­rà e che sarà final­men­te pos­si­bi­le, cau­ta­men­te e mode­ra­ta­men­te, per­cor­re­re quel­la bene­det­ta cor­da. Avan­ti o indie­tro non è dato saper­lo. 

Nel­la sto­ria uma­na recen­te, le ideo­lo­gie e l’e­stre­mi­smo han­no spes­so per­cor­so mede­si­mi sen­tie­ri, a vol­te fon­den­do­si quan­do l’a­zio­ne poli­ti­ca non era altro che ema­na­zio­ne diret­ta di una con­ce­zio­ne ideo­lo­gi­ca del­la vita uma­na, che divi­de ciò che è bene e ciò che è male uni­ver­sal­men­te. Inten­dia­mo­ci sin­ce­ra­men­te, spo­sa­re un’i­dea radi­ca­le può signi­fi­ca­re ricer­ca­re una modi­fi­ca­zio­ne siste­mi­ca del­la real­tà, del­la socie­tà e dei suoi mec­ca­ni­smi, può signi­fi­ca­re difen­der­la anche per­mez­zo di azio­ni meri­to­rie e spes­so disin­te­res­sa­te. Pos­sia­mo inve­ce affer­ma­re che un’i­deo­lo­gia fusa al pro­prio estre­mi­smo sfo­cia nel cini­smo del­l’at­ti­vi­tà poli­ti­ca, che non indu­gia nel­l’ar­re­car dan­no ad altri se il fine è quel­lo di man­te­ne­re fer­mo l’o­biet­ti­vo da rag­giun­ge­re o il man­te­ni­men­to di una con­di­zio­ne di fat­to già rag­giun­ta. L’e­stre­mi­smo (come dice­va­mo diver­so dal radi­ca­li­smo) non è sol­tan­to quel­lo di destra o quel­lo di sini­stra: ne esi­ste un ter­zo, for­se meno noto ma cer­ta­men­te più lon­ge­vo e sto­ri­ca­men­te meno bar­col­lan­te degli altri, quel­lo mode­ra­to, cosid­det­to “di cen­tro”. 

Pro­prio nel disto­glie­re il nostro sguar­do dal­le “peri­co­lo­se” idee radi­ca­li (sem­pli­ci­sti­ca­men­te defi­ni­te, a tor­to, come estre­mi­ste) che fan­no appel­lo a gran voce ai cam­bia­men­ti di gran­de por­ta­ta, essi, i mode­ra­ti, eser­ci­ta­no ‘estre­mi­sti­ca­men­te’ il pro­prio pote­re per impor­re la pro­pria visio­ne di un ordi­ne ben pre­ci­so e ben stu­dia­to. Da una par­te stig­ma­tiz­zan­do ogni for­ma di pen­sie­ro alter­na­ti­va al pro­prio (nel­la loro nar­ra­zio­ne i radi­ca­li e gli estre­mi­sti sono la stes­sa cosa), addi­tan­do­la come ideo­lo­gi­ca (abbia­mo sco­per­to che le ideo­lo­gie non sono poli­ti­ca­men­te cor­ret­te!), per far posto all’u­ni­ca veri­tà pos­si­bi­le e accet­ta­bi­le, un mon­do appun­to libe­ro dal­le ideo­lo­gie. Dal­l’al­tra attra­ver­sol ‘ema­na­zio­ne di rigi­de leg­gi e per mez­zo del con­trol­lo dei prin­ci­pa­li mez­zi di comu­ni­ca­zio­ne, rimuo­ven­do di fat­to la pos­si­bi­li­tà di un altro-pen­sie­ro, in favo­re del­la “reli­gio­sa” liber­tà e del­l’i­deo­lo­gi­ca uni­ca-vera-veri­tà. Abo­li­re dun­que la paro­la ‘ideo­lo­gia’ affin­ché ne soprav­vi­va sola­men­te una, chia­ma­ta liber­tà. Mi si per­met­ta un pic­co­lo inci­so: poter espri­me­re la pro­pria opi­nio­ne ‘libe­ra­men­te’ non signi­fi­ca affat­to far­la com­pe­te­re e vale­re pub­bli­ca­men­te, poli­ti­ca­men­te, uni­ver­sal­men­te. Que­sto cre­do sia sot­to gli occhi di tut­ti. 

Tor­nia­mo alla liber­tà, esal­ta­ta ideo­lo­gi­ca­men­te e ado­pe­ra­ta dai mode­ra­ti nel suo sen­so più vacuo, quel­lo indi­vi­dua­li­sta e pri­vo di oriz­zon­ti, come peren­ne seman­te­ma uti­le ad un siste­ma di rego­le adat­to a garan­ti­re la soprav­vi­ven­za di un siste­ma socia­le ed eco­no­mi­co ben defi­ni­to. Indo­vi­na­te qua­le! Pro­prio attra­ver­so l’im­po­si­zio­ne di nor­me e leg­gi che tute­la­no solo e sol­tan­to una par­ti­co­la­re e defi­ni­bi­le liber­tà, quel­la del mer­ca­to e dei suoi ingra­nag­gi. 

La neces­si­tà di equi­di­stan­za da ogni alter­na­ti­va di pen­sie­ro (anche solo radi­ca­le, non estre­mi­sti­co), spo­sta i cosid­det­ti mode­ra­ti esat­ta­men­te al cen­tro, pre­ci­sa­men­te a metà dagli altri estre­mi. Ma è pro­prio la demo­niz­za­zio­ne di altri-pen­sie­ri e la loro mes­sa al ban­do con ogni mez­zo, che tra­sfor­ma il sedi­cen­te mode­ra­to in per­fet­to inte­gra­li­sta: in que­sta con­trad­di­zio­ne si gene­ra un nuo­vo estre­mi­smo, l’e­stre­mi­smo di cen­tro, che toglie di mez­zo le altre ideo­lo­gie per far posto all’u­ni­co pen­sie­ro pos­si­bi­le, l’u­ni­ca ideo­lo­gia accet­ta­bi­le – quel­la del mer­ca­to e del suo fun­zio­na­men­to –masche­ran­do attra­ver­so il pro­prio posi­zio­na­men­to nel­la ret­ta nel pun­to cen­tra­le (e per­ciò appa­ren­te­men­te mode­ra­to) un vero e pro­prio estre­mi­smo di cen­tro. Pro­prio l’in­tran­si­gen­za del­l’i­deo­lo­gia mode­ra­ta ne costi­tui­sce a tut­ti gli effet­ti un carat­te­re estre­mi­sti­co. 

Il mec­ca­ni­smo roda­to da decen­ni (for­se seco­li) è sem­pre il mede­si­mo: dete­ne­re il pote­re poli­ti­co con ogni mez­zo gra­zie alla con­ni­ven­za con quel­lo eco­no­mi­co, esclu­de­re dal panie­re del­le idee accet­ta­bi­li quel­le che met­to­no in discus­sio­ne il mer­ca­to-padro­ne come sovra­no dei pro­ces­si eco­no­mi­ci e socia­li, spin­ge­re al pro­prio ser­vi­zio tut­ti i mez­zi di infor­ma­zio­ne e comu­ni­ca­zio­ne col­fi­ne di crea­re una soli­da base di con­sen­so popo­la­re, rin­sal­da­re tale con­sen­so con l’a­do­zio­ne di mini­me con­tro­mi­su­re di wel­fa­re, mano­met­te­re le leg­gi natu­ra­li e pie­gar­le al ser­vi­zio del­la finan­za e del­le impre­se mul­ti­na­zio­na­li. 

Que­gli estre­mi­sti di cen­tro, che ama­no far­si chia­ma­re mode­ra­ti, li rico­no­sce­re­te dal­l’u­so mite del lin­guag­gio, dal­la com­po­stez­za del­le argo­men­ta­zio­ni e dal vuo­to di oriz­zon­ti e di pro­spet­ti­ve che inse­guo­no. Sono quel­li sedu­ti sul­lo stes­so pia­ne­ta in urgen­te sof­fe­ren­za cli­ma­ti­ca, men­tre da una par­te pren­do­no cau­ta­men­te accor­di con le impre­se del car­bo­ne e dal­l’al­tra ci con­vin­co­no che per ora è l’u­ni­ca scel­ta sana da fare; sono quel­li che alza­no deli­ca­ta­men­te muri davan­ti a chi scap­pa dal­le guer­re e dal­la pover­tà, entram­be con­se­guen­ze del­le pro­prie scel­te ideo­lo­gi­che e poli­ti­che; sono quel­li che finan­zia­no le Uni­ver­si­tà e i Col­le­ge pri­va­ti a dan­no del­l’i­stru­zio­ne pub­bli­ca, così come per il siste­ma sani­ta­rio, con­vin­cen­do benis­si­mo anche i pove­ri ad accet­tar­lo come ine­lut­ta­bi­le. 

Per­ché la libe­rà non è vive­re in un pia­ne­ta sano, non è auspi­ca­re il disar­mo glo­ba­le, né garan­ti­re libe­ro e uni­ver­sa­le acces­so alla salu­te e ai sape­ri. La liber­tà, per costo­ro, è la liber­tà del dila­gan­te con­su­mo sfre­na­to, quel­la del suc­ces­so pro­fes­sio­na­le del self-made-man, quel­la del­la liber­tà dimas­sa­cra­re l’e­si­sten­za di inte­ri popo­li e sal­va­guar­da­re l’im­pian­to mar­cio del nostro siste­ma socia­le. Fan­no tut­to que­sto con­vin­cen­do la mag­gio­ran­za del­la popo­la­zio­ne, in cam­bio di abbi­glia­men­to abas­so costo, di cibo spaz­za­tu­ra e di una decen­te con­nes­sio­ne dati per lo smart­pho­ne, che que­ste sono le uni­che vie per un qual­che pro­gres­so sta­bi­le e per una cer­ta “pace sociale”.Però, dob­bia­mo ammet­te­re che lo fan­no con estre­ma mode­ra­zio­ne di lin­guag­gio.

 

Ada­mo Mastran­ge­lo (regi­sta e scrit­to­re)

Auto­re e regi­sta del docu­men­ta­rio “Nel Ven­tre di Mila­no” 2021, video­clip musi­ca­li per arti­sti ita­lia­ni e inter­na­zio­na­li. Ha pub­bli­ca­to il sag­gio “Foi­be, quel­lo che non si dice”, 2009. Ha col­la­bo­ra­to con Edi­zio­ni Under­ground Mila­no, Museo MAX­XI Roma, fie­ra edi­to­ria indi­pen­den­te Mila­no, Con­fin­du­stria Food/Turismo Lec­ce come Art Advi­sor, Mast­good Mila­no come Art Advi­sor, quo­ti­dia­no La Rina­sci­sta Roma come pub­bli­ci­sta, Il Mani­fe­sto come pub­bli­ci­sta, tra cui inter­vi­sta a Mar­ghe­ri­ta Hack, Teti Edi­to­re Mila­no come scrit­to­re e pub­bli­ci­sta. Attual­men­te sto lavo­ran­do ad un docu­men­ta­rio sul­le dispa­ri­tà fra nord e sud ita­lia­ni.

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