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Maggio
29 Maggio 2023

Борбата е за живот, LA LOT­TA È PER LA VITA: CRO­NA­CHE DI RESI­STEN­ZA ALL’IN­DU­STRIA MINE­RA­RIA NEL­LA MACE­DO­NIA DEL NORD

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Nono­stan­te le dif­fi­col­tà, le inge­ren­ze del­la poli­ti­ca e le bugie, dal 2017 gli atti­vi­sti di Zdra­va Kotli­na osta­co­la­no l’apertura di una gros­sa minie­ra di oro e rame che cau­se­reb­be ingen­ti dan­ni ambien­ta­li ed eco­no­mi­ci. 

“Zdra­va Kotli­na” è un’organizzazione ambien­ta­li­sta, nata nel 2017 nel­le muni­ci­pa­li­tà di Bosi­lo­vo, Novo Selo e Stru­mi­ca, nel­la Mace­do­nia Sud-Orien­ta­le. Da allo­ra, ha orga­niz­za­to la resi­sten­za del­la popo­la­zio­ne loca­le con­tro l’apertura di una gros­sa minie­ra a cie­lo aper­to di oro e rame nel­le pros­si­mi­tà dei vil­lag­gi di Ilo­vi­ca e Shtu­ka da par­te del­la com­pa­gnia cana­de­se Euro­max Resour­ces. Il nome “Zdra­va Kotli­na” signi­fi­ca “Val­le Sana” e si rife­ri­sce alla Val­le di Stru­mi­ca, una val­le den­sa­men­te popo­la­ta e fra le zone agri­co­le più pro­dut­ti­ve del­la Mace­do­nia. Per cono­sce­re i det­ta­gli di que­sta sto­ria ho attra­ver­sa­to il pae­se, e a Stru­mi­ca, il pae­se nata­le di Goran Pan­dev, per inten­der­ci, ho incon­tra­to uno dei fon­da­to­ri dell’organizzazione, Gor­gi Tanu­sev.

 

Vedu­ta del­la Val­le di Stru­mi­ca dal mas­sic­cio di Ograz­den, a pochi chi­lo­me­tri da dove sor­ge­rà la minie­ra. Stru­mi­ca è l’agglomerato di tet­ti in fon­do a destra.

È una dome­ni­ca roven­te, e come può suc­ce­de­re tan­te vol­te in Mace­do­nia, le cose non sono anda­te esat­ta­men­te secon­do i pia­ni. La sera pri­ma la mia came­ra d’albergo rego­lar­men­te pre­no­ta­ta, è sta­ta per qual­che oscu­ra ragio­ne asse­gna­ta a un’altra per­so­na; per scu­sar­si dell’inconveniente l’albergatore non solo mi pro­cu­ra un altro appar­ta­men­to, ma mi offre la cena nel risto­ran­te di un suo ami­co. La sera stes­sa, Gor­gi mi avvi­sa che sfor­tu­na­ta­men­te dovre­mo riman­da­re l’intervista dal mat­ti­no al pome­rig­gio, e che dovrò visi­ta­re da solo il sito dove dovrà esse­re costrui­ta la minie­ra. Poco male; la mat­ti­na sono anda­to a fare un giro sopra Ilo­vi­ca, fra la riser­va d’acqua del vil­lag­gio stes­so ed il mas­sic­cio di Ograz­den, per far­mi un’idea del luo­go dove in teo­ria dovreb­be­ro sor­ge­re la minie­ra a cie­lo aper­to e, soprat­tut­to, l’impianto di gestio­ne degli ste­ri­li, ovve­ro, dei resi­dui dell’attività mine­ra­ria. Nel pome­rig­gio, dopo aver aspet­ta­to per un paio d’ore nel par­co di Stru­mi­ca, vedo arri­va­re un uomo cor­pu­len­to e dal viso alle­gro. Ci salu­tia­mo e ci siste­mia­mo su una pan­chi­na. La dome­ni­ca in Mace­do­nia non vola una mosca se non nei bar e nei risto­ran­ti, dove la musi­ca a pal­la mi impe­di­reb­be di regi­stra­re.

 

In pri­mo pia­no la riser­va di Ilo­vi­ca, a pochi chi­lo­me­tri dall’omonimo cen­tro abi­ta­to, sovra­sta­ta dal mas­sic­cio di Ograz­den. Sul lato occi­den­ta­le, alla sini­stra del­la foto­gra­fia, dovreb­be sor­ge­re la minie­ra. Sul­la destra, il lato orien­ta­le, dovreb­be inve­ce esse­re costrui­ta la zona smal­ti­men­to ste­ri­li.

Gor­gi Tanu­sev, oltre ad esse­re uno dei fon­da­to­ri di Zdra­va Kotli­na, è anche con­si­glie­re pres­so la muni­ci­pa­li­tà di Stru­mi­ca, e busi­ness ana­lyst per una com­pa­gnia stra­nie­ra. La sua pro­fes­sio­ne, mi dirà poi, gli è sta­ta mol­to uti­le per orga­niz­za­re l’analisi dell’immensa mole di dati con­te­nu­ta negli stu­di di fat­ti­bi­li­tà del­la minie­ra. Lavo­ra­re per una com­pa­gnia pri­va­ta e non mace­do­ne lo avreb­be pro­tet­to, inve­ce, da even­tua­li ritor­sio­ni per la sua atti­vi­tà di pro­te­sta. Ma pro­se­guia­mo con ordi­ne.

Cro­ni­sto­ria di un ingan­no

Nel 2012, il gover­no mace­do­ne rila­scia ad Euro­max Resour­ces Ltd., una socie­tà cana­de­se, due con­ces­sio­ni mine­ra­rie, per un’area gran­de in tota­le 17 chi­lo­me­tri qua­dra­ti, sot­to cui si cele­reb­be­ro, secon­do le valu­ta­zio­ni del­la socie­tà, 57 ton­nel­la­te d’oro e più di 407 mila ton­nel­la­te di rame. Stia­mo par­lan­do, per esten­sio­ne, del­la secon­da con­ces­sio­ne mine­ra­ria nell’ex-repubblica jugo­sla­va, con­si­de­ran­do che la pri­ma riguar­da i gia­ci­men­ti di car­bo­ne da cui dipen­de buo­na par­te del fab­bi­so­gno ener­ge­ti­co nazio­na­le. L’investimento sti­ma­to da Euro­max per l’apertura e la gestio­ne del­la minie­ra ammon­ta a 400 milio­ni di dol­la­ri.

“In quel perio­do” mi dice Gior­gi “il pub­bli­co mace­do­ne non ave­va a dispo­si­zio­ne alcu­no stu­dio appro­fon­di­to che potes­se ras­si­cu­ra­re cir­ca la soste­ni­bi­li­tà eco­lo­gi­ca e socia­le del pro­get­to. Tut­to ciò che ave­va­mo a dispo­si­zio­ne era­no docu­men­ti in mace­do­ne estre­ma­men­te rias­sun­ti­vi, lun­ghi cir­ca una cin­quan­ti­na di pagi­ne. Il con­te­nu­to di que­sti docu­men­ti era piut­to­sto vago, sen­za alcu­na indi­ca­zio­ne pre­ci­sa cir­ca i pro­ces­si di pro­du­zio­ne che sareb­be­ro sta­ti uti­liz­za­ti, o le misu­re che si sareb­be­ro rese neces­sa­rie per ridur­re l’impatto ambien­ta­le del­la minie­ra; potrem­mo defi­nir­la una wish-list, una lista di dichia­ra­zio­ni di inten­ti da par­te di Euro­max. Facem­mo richie­sta per un docu­men­to più det­ta­glia­to”. Il gover­no mace­do­ne era in pos­ses­so di que­gli stu­di, visto che Euro­max dove­va aver­glie­li for­ni­ti nell’ambito del­la richie­sta per la con­ces­sio­ne mine­ra­ria. “Piut­to­sto sor­pre­si, sco­prim­mo che i docu­men­ti era­no sta­ti secre­ta­ti dal gover­no, e che quin­di non era­no acces­si­bi­li al pub­bli­co”.
Non sia­mo di fron­te solo ad una pra­ti­ca sospet­ta, ma anche ille­ga­le. Secon­do la Con­ven­zio­ne di Aarhus, un trat­ta­to inter­na­zio­na­le rati­fi­ca­to da 47 pae­si, fra cui la Repub­bli­ca Mace­do­ne, all’o­pi­nio­ne pub­bli­ca e ai cit­ta­di­ni deve esse­re garan­ti­to il dirit­to alla tra­spa­ren­za e alla par­te­ci­pa­zio­ne nei pro­ces­si deci­sio­na­li che riguar­da­no temi ambien­ta­li.

Tutt’altro che sco­rag­gia­ti da que­sta discre­pan­za fra la leg­ge e la pra­ti­ca, il nucleo di per­so­ne che poi andrà a fon­da­re nel 2017 Zdra­va Kotli­na deci­de di gio­ca­re altret­tan­to spor­co. Nel 2015, alcu­ni whi­stle­blo­wers inter­ni ad Euro­max e rima­sti fino ad ora ano­ni­mi, invia­ro­no dal Cana­da in Mace­do­nia gli stu­di di impat­to ambien­ta­le e socia­le del­la minie­ra, final­men­te com­ple­ti e in ingle­se. Par­lia­mo di uno stu­dio di fat­ti­bi­li­tà lun­go più di 500 pagi­ne, più sva­ria­ti annes­si, la cui com­pren­sio­ne com­ple­ta avreb­be richie­sto cono­scen­ze appro­fon­di­te in ter­mi­ni di geo­lo­gia, idro­lo­gia, chi­mi­ca e fisi­ca: “per ana­liz­zar­li ci sia­mo divi­si in grup­pi di lavo­ro coor­di­na­ti da esper­ti del­le varie aree tema­ti­che, il cui com­pi­to era ana­liz­za­re le infor­ma­zio­ni e com­pren­de­re i det­ta­gli per fare un qua­dro com­ples­si­vo sui poten­zia­li impat­ti del­la minie­ra di Ilo­vi­ca-Shtu­ka su tut­to il ter­ri­to­rio del­la regio­ne. In gene­ra­le abbia­mo avu­to l’appoggio di eco­lo­gi, bio­lo­gi, e anche di diver­si esper­ti di estra­zio­ne mine­ra­ria che però han­no pre­fe­ri­to rima­ne­re ano­ni­mi, poi­ché altri­men­ti avreb­be­ro per­so il posto di lavo­ro”.
Le sco­per­te fat­te in que­sta fase del­la lot­ta sono scon­vol­gen­ti, e stri­do­no con il sor­ri­so sar­do­ni­co di Gor­gi.


Map­pa det­ta­glia­ta sul­le com­po­nen­ti del­la minie­ra di Ilo­vi­ca-Shtu­ka, estrat­ta dal­la valu­ta­zio­ne dell’impatto socio ambien­ta­le del­la minie­ra rea­liz­za­to da Gol­der Asso­cia­tes, una com­pa­gnia mul­ti­na­zio­na­le impe­gna­ta, fra le altre cose, in ser­vi­zi di con­su­len­za alle socie­tà mine­ra­rie. Nel­la map­pa spic­ca­no l’area del­la minie­ra (Open Pit Area, in gri­gio) e la zona smal­ti­men­to ste­ri­li (Tai­lings mana­ge­ment faci­li­ty, in ros­so).

Il gigan­te (tos­si­co) dai pie­di d’argilla

“Dai docu­men­ti tra­fu­ga­ti da Euro­max Resour­ces abbia­mo sco­per­to varie cose. In pri­mo luo­go, che la diga che avreb­be dovu­to con­te­ne­re gli ste­ri­li sareb­be sta­ta alta cir­ca 275 metri, un volu­me di 91 milio­ni di metri cubi, una del­le dighe più alte del mon­do in ambi­to mine­ra­rio”. Dal­la sta­bi­li­tà di que­ste dighe dipen­de buo­na par­te del­le pre­oc­cu­pa­zio­ni che cir­con­da­no i pro­get­ti mine­ra­ri. Que­ste ser­vo­no allo stoc­cag­gio dei mate­ria­li di scar­to del pro­ces­so di estra­zio­ne: la par­te di mine­ra­li estrat­ti ma non d’interesse, le sostan­ze chi­mi­che uti­liz­za­te per sepa­ra­re il metal­lo pre­zio­so dal resto del mine­ra­le, in que­sto caso il cia­nu­ro, e l’acqua, che dà a que­sti resi­dui una con­si­sten­za fan­go­sa. L’altezza a cui si rife­ri­sce Gor­gi è quel­la fina­le del­la diga, visto che que­ste ven­go­no costrui­te pro­gres­si­va­men­te man mano che l’estrazione pro­ce­de e il mate­ria­le di scar­to si accu­mu­la. Secon­do le stes­se sti­me di Euro­max, alla fine del ciclo di vita del­la minie­ra, cir­ca vent’anni, 140 milio­ni di metri cubi di resi­dui ver­ran­no stoc­ca­ti in un’area di cir­ca 191 etta­ri.

Nel caso in cui la diga doves­se cede­re, l’intera val­le di Stru­mi­ca ver­reb­be inva­sa da un’onda ano­ma­la, e le pro­prie­tà agri­co­le così come la fer­ti­li­tà del ter­re­no ver­reb­be­ro irri­me­dia­bil­men­te com­pro­mes­si, costrin­gen­do i soprav­vis­su­ti ad abban­do­na­re la regio­ne. Per far­si un’idea, basta cer­ca­re su Inter­net le imma­gi­ni del disa­stro di Bru­man­di­n­ho, avve­nu­to in Bra­si­le nel 2019 e dovu­to al crol­lo di una diga alta soli 86 metri, meno del­la metà di quel­la di Ilo­vi­ca-Shtu­ka, e con­te­nen­te 12 milio­ni di metri cubi di scar­ti mine­ra­ri, meno di un deci­mo di quel­li stoc­ca­ti nel pro­get­to di Euro­max. “In Bra­si­le, Cana­da, Sta­ti Uni­ti o Austra­lia, il ter­ri­to­rio è tal­men­te vasto che inci­den­ti disa­stro­si pos­so­no aver luo­go sen­za che una sola per­so­na deb­ba subir­ne le con­se­guen­ze, ma la Mace­do­nia è trop­po pic­co­la! Nel­le imme­dia­te vici­nan­ze del­la diga abi­ta­no più o meno 50 mila per­so­ne. Sia­mo pre­oc­cu­pa­ti per la tenu­ta del­la diga, poi­ché que­sta è una zona sismi­ca”.
La tenu­ta del­la diga nel caso di un ter­re­mo­to pre­oc­cu­pa par­ti­co­lar­men­te i mem­bri di Zdra­va Kotli­na. L’Istituto Inter­na­zio­na­le di Sismo­lo­gia e Inge­gne­ria Sismi­ca ripor­ta come i due ter­re­mo­ti più poten­ti in Mace­do­nia, di magni­tu­do 7.7 e 6.3, si sia­no regi­stra­ti pro­prio nel­la sua par­te orien­ta­le, rispet­ti­va­men­te nel 1904 e nel 1931, nel­la regio­ne sismi­ca di Peh­ce­vo-Kre­sna e Valan­do­vo-Doj­ran. Negli stu­di di Euro­max que­sto rischio è pon­de­ra­to, ma gli atti­vi­sti accu­sa­no la com­pa­gnia di aver uti­liz­za­to nel pro­prio stu­dio di fat­ti­bi­li­tà dei para­me­tri di acce­le­ra­zio­ne del ter­re­no in caso di ter­re­mo­to infe­rio­ri rispet­to a quel­li rea­li. Con­fron­tan­do lo stu­dio di fat­ti­bi­li­tà del 2015 con uno stu­dio appo­si­to sui rischi sismi­ci, rila­scia­to nel 2019, emer­ge in effet­ti una dif­fe­ren­za con­si­sten­te, sen­za con­si­de­ra­re che per­si­no nel­lo stu­dio del 2019 i para­me­tri sono otte­nu­ti sen­za tene­re in con­si­de­ra­zio­ne l’eventualità, tutt’altro che remo­ta, di un ter­re­mo­to di magni­tu­do supe­rio­re a 7 sul­la sca­la Rich­ter.

Acqua e agri­col­tu­ra a rischio

“Ma ponia­mo anche che non avven­ga alcun disa­stro. Qui metà del­la popo­la­zio­ne dipen­de dall’agricoltura, un set­to­re pro­dut­ti­vo e rino­ma­to in tut­to il pae­se. Ciò che temia­mo è che l’apertura del­la minie­ra ren­de­rà più dif­fi­ci­le per i pro­dut­to­ri bio­lo­gi­ci otte­ne­re le neces­sa­rie cer­ti­fi­ca­zio­ni, e dan­neg­ge­rà il mer­ca­to per i pro­dot­ti pro­ve­nien­ti da quest’area”. Ma non è sol­tan­to una que­stio­ne di mar­ke­ting. “Le emis­sio­ni di par­ti­co­la­to dai mez­zi di sca­vo e di tra­spor­to a con­tat­to con l’acqua gene­re­ran­no aci­do sol­fo­ri­co, pro­vo­can­do la dimi­nu­zio­ne del­la resa e del­le quan­ti­tà del­la pro­du­zio­ne agri­co­la a val­le”. Secon­do la valu­ta­zio­ne socio ambien­ta­le sti­la­ta da Gol­der, duran­te la costru­zio­ne, sono pre­vi­sti fra i 153 e i 190 camion al mese; fra le 2 e le 4 auto­bot­ti (tan­kers) di gaso­lio al gior­no. Duran­te le ope­ra­zio­ni di estra­zio­ne, sono pre­vi­sti dai 136 ai 180 vei­co­li al mese, più 210–270 camion diret­ti in Bul­ga­ria dedi­ti al tra­spor­to del rame ver­so la fon­de­ria.

“Inol­tre, la minie­ra in sé con­si­ste­rà in una cavi­tà pro­fon­da cen­ti­na­ia di metri, il cui sca­vo — oltre a una con­si­sten­te per­di­ta d’acqua da uno degli affluen­ti del­la riser­va di Ilo­vi­ca, il fiu­me Jaz­ga — met­te­rà a rischio con­ta­mi­na­zio­ne il 30% del­le acque sot­ter­ra­nee del­la zona. La fer­ti­li­tà del­la val­le di Stru­mi­ca dipen­de in gran par­te da que­sti flus­si sot­ter­ra­nei; una vol­ta intac­ca­to que­sto siste­ma, le acque con­ta­mi­na­te saran­no libe­re di dif­fon­der­si libe­ra­men­te per tut­ta la val­le”. Quel­lo dell’acqua, come si può intui­re, è uno dei temi più scot­tan­ti. La minie­ra con­su­me­rà dai 2 ai 5 milio­ni e mez­zo di metri cubi d’acqua fre­sca all’anno, con il resto del fab­bi­so­gno sod­di­sfat­to dal riu­so del­le acque nel cir­cui­to di pro­du­zio­ne, per un tota­le di 10 milio­ni di metri cubi d’acqua all’anno. Euro­max sostie­ne che, pur pre­le­van­do le acque dal­la riser­va di Ilo­vi­ca (la qua­le ha una capa­ci­tà di appe­na 365 mila metri cubi), al momen­to uti­liz­za­ta dai vil­lag­gi cir­co­stan­ti per l’approvvigionamento di acqua per usi dome­sti­ci e agri­co­li, que­sta man­ter­rà il suo livel­lo attua­le gra­zie a dei tra­sfe­ri­men­ti da una riser­va vici­na, Tur­jia, da cui sca­tu­ri­sce un altro fiu­me loca­le. Non è chia­ro come Euro­max abbia però inten­zio­ne di man­te­ne­re intat­ti i livel­li d’acqua di quest’ultima riser­va, e nel­la valu­ta­zio­ne socio ambien­ta­le rila­scia­ta dal­la Gol­der Asso­cia­tes si fa sem­pli­ce­men­te rife­ri­men­to al fat­to che potreb­be esser­ci una dimi­nu­zio­ne nel­la dispo­ni­bi­li­tà d’acqua.
Un altro pro­ble­ma sor­ge­rà quan­do la minie­ra a cie­lo aper­to ces­se­rà le ope­ra­zio­ni. A quel pun­to la com­pa­gnia smet­te­rà di occu­par­si del dre­nag­gio del­le acque dal­la cavi­tà del­la minie­ra, che in ottant’anni si tra­sfor­me­rà quin­di in un enor­me lago. Que­sto lago rischia di esse­re una fon­te di acqua aci­da e con­ta­mi­na­ta da livel­li estre­ma­men­te alti di metal­li, sol­fa­ti e idros­si­di di metal­lo, e di pre­ci­pi­ta­ti di fer­ro (ossia soli­di inso­lu­bi­li deri­va­ti dal­la satu­ra­zio­ne di una solu­zio­ne) che potreb­be­ro sedi­men­tar­si ed ostrui­re il cor­so dei fiu­mi. E que­ste sono paro­le del­la valu­ta­zio­ne socio ambien­ta­le fat­ta dal­la Gol­der Asso­cia­tes per con­to di Euro­max stes­sa.


Ela­bo­ra­zio­ne in 3D rea­liz­za­ta dagli atti­vi­sti di Zdra­va Kotli­na e che ripor­ta la dispo­si­zio­ne e l’estensione del­la minie­ra e del depo­si­to degli ste­ri­li alla fine del­le ope­ra­zio­ni di estra­zio­ne, e da cui si può intui­re la dispo­si­zio­ne e le dimen­sio­ni del­la diga. Da nota­re la vici­nan­za e la den­si­tà di cam­pi col­ti­va­ti a val­le. 

Le misu­re di miti­ga­zio­ne

Nel­la valu­ta­zio­ne, gli impat­ti sul­la quan­ti­tà e la qua­li­tà dell’acqua del­la zona sono con­si­de­ra­ti piut­to­sto gra­vi, a meno che non ven­ga­no attua­te una serie di misu­re di miti­ga­zio­ne come la costru­zio­ne di nuo­vi impian­ti di depu­ra­zio­ne e distri­bu­zio­ne dell’acqua. Quan­do chie­do a Gior­gi di que­ste misu­re di miti­ga­zio­ne, si sca­te­na in una sono­ra risa­ta, e mi rac­con­ta di uno degli epi­so­di più inquie­tan­ti del­la vicenda:“in uno degli annes­si agli stu­di di fat­ti­bi­li­tà, l’esperto in geo­chi­mi­ca da loro con­sul­ta­to rife­ri­sce che il pro­get­to sareb­be ambien­tal­men­te accet­ta­bi­le solo se accom­pa­gna­to da misu­re atti­ve per ridur­ne l’impatto (i.e. impian­ti di depu­ra­zio­ne). Sai cosa c’era scrit­to nel­la ver­sio­ne mace­do­ne? Che comun­que sareb­be­ro sta­te spe­ri­men­ta­te del­le misu­re pas­si­ve. Per­ché que­sta inde­ci­sio­ne? Per­ché le misu­re pas­si­ve non costa­no nien­te. Sono basa­te sul­la fil­tra­zio­ne natu­ra­le degli agen­ti inqui­nan­ti tra­mi­te le pian­te, i ruscel­li, il ter­re­no. Ma nes­sun pro­ces­so orga­ni­co può ripor­ta­re a livel­li nor­ma­li quest’acqua”, ren­den­do neces­sa­rie misu­re atti­ve ma costo­se, di cui Euro­max vuo­le far­si cari­co in fase di ela­bo­ra­zio­ne, costru­zio­ne e avvia­men­to, ma chia­ra­men­te non nel momen­to in cui le ope­ra­zio­ni di estra­zio­ne ces­se­ran­no.




In alto, la sezio­ne del docu­men­to in mace­do­ne di Euro­max: “Se, alla chiu­su­ra, si veri­fi­che­ran­no valo­ri nei para­me­tri di qua­li­tà dell’acqua con­for­mi a quel­li con­te­nu­ti nel­la valu­ta­zio­ne di impat­to ambien­ta­le, si esa­mi­ne­rà la pos­si­bi­li­tà di un trat­ta­men­to pas­si­vo, altri­men­ti lo sca­ri­co del­le acque neces­si­te­rà un trat­ta­men­to atti­vo”. Con­tem­po­ra­nea­men­te, il rap­por­to geo­chi­mi­co annes­so alla valu­ta­zio­ne ambien­ta­le in lin­gua ingle­se esclu­de­va a prio­ri la pos­si­bi­li­tà di un trat­ta­men­to pas­si­vo.

“Una vol­ta depre­da­to il ter­ri­to­rio di tut­to l’oro, Euro­max sostie­ne che ad occu­par­si dei nuo­vi impian­ti di depu­ra­zio­ne dovreb­be­ro esse­re le com­pa­gnie pub­bli­che, paga­te dal­le muni­ci­pa­li­tà e dal­la popo­la­zio­ne. Ma il bud­get annua­le di tut­te que­ste azien­de rag­giun­ge a mala­pe­na i quat­tro milio­ni di dol­la­ri ame­ri­ca­ni, men­tre la manu­ten­zio­ne si sti­ma coste­rà alme­no due milio­ni di dol­la­ri: quin­di cosa dovreb­be suc­ce­de­re nei pros­si­mi due­cen­to anni? Non c’è alcu­na logi­ca eco­no­mi­ca in que­sto”. E la sen­sa­zio­ne si for­ti­fi­ca con­si­de­ran­do che Euro­max ver­se­reb­be allo sta­to mace­do­ne sola­men­te il 2% dell’oro estrat­to, più una tarif­fa annua­le di 55 mila euro per entram­be le con­ces­sio­ni. Il 100% del rame ver­rà inve­ce acqui­sta­to da Tra­fi­gu­ra, colos­so del com­mer­cio mon­dia­le dei metal­li e azio­ni­sta di mag­gio­ran­za di Euro­max Resour­ces Ltd. La doman­da mi sor­ge spon­ta­nea: Ma come vi è venu­to in men­te di met­te­re a con­fron­to il docu­men­to mace­do­ne e il docu­men­to in ingle­se? “È suc­ces­so pura­men­te per caso. Alcu­ni di noi sta­va­no leg­gen­do il docu­men­to in ingle­se e altri in mace­do­ne, poi­ché non cono­sce­va­no l’inglese. Così è nato il con­fron­to con cui è emer­so che c’erano del­le dif­fe­ren­ze fra le due ver­sio­ni.”

Un altro aspet­to riguar­da il ripri­sti­no dell’ambiente pre­ce­den­te, una vol­ta ter­mi­na­te le atti­vi­tà di estra­zio­ne. Prin­ci­pal­men­te l’area è domi­na­ta da boschi di quer­ce e pra­ti uti­liz­za­ti dal­la popo­la­zio­ne per far pasco­la­re gli ani­ma­li, trar­ne legna o pas­sar­ci il tem­po libe­ro. Ver­ran­no rimos­si, duran­te le ope­ra­zio­ni di costru­zio­ne ed estra­zio­ne, 465 etta­ri di fore­sta. Di que­sti 465 etta­ri, 284 ser­vi­ran­no alla costru­zio­ne del­la zona smal­ti­men­to ste­ri­li, dove la fore­sta non sarà restau­ra­ta, al con­tra­rio del resto del­la super­fi­cie, dove Euro­max pro­met­te di ricrea­re l’ambiente pre­ce­den­te. Tut­ta­via, il pro­ble­ma spes­so riscon­tra­to con que­sto gene­re di con­ces­sio­ni è che alla fine del ciclo di vita del­la minie­ra, le azien­de ten­den­zial­men­te chiu­do­no, dere­spon­sa­bi­liz­zan­do­si com­ple­ta­men­te dal­le atti­vi­tà di ripri­sti­no dell’ambiente pre­ce­den­te. Un’eventualità paven­ta­ta da Gor­gi, e sot­to­li­nea­ta anche in un docu­men­to dell’UNDP, Mining and envi­ron­ment in the Western Bal­kans (fon­te). Nel­lo stes­so rap­por­to è con­te­nu­to un sun­to del­le per­for­man­ce ambien­ta­li del­le varie minie­re instal­la­te in Mace­do­nia. Del­le otto minie­re cita­te, set­te sono sta­te cau­sa di inqui­na­men­to del­le acque, del suo­lo e dell’aria. “Non una sin­go­la minie­ra nel nostro pae­se ha avu­to un pro­ces­so di chiu­su­ra che ha por­ta­to alla restau­ra­zio­ne del­le con­di­zio­ni pre­ce­den­ti. Per­ché ora dovreb­be esse­re diver­so?”

Gli inte­res­si del­le éli­te loca­li nel pro­get­to di Ilo­vi­ca-Shtu­ka

Oltre alle que­stio­ni lega­te alla sicu­rez­za del pro­get­to e alla sua soste­ni­bi­li­tà socia­le e ambien­ta­le, gli atti­vi­sti di Zdra­va Kotli­na han­no dovu­to anche fare i con­ti con l’atteggiamento ambi­va­len­te e non sem­pre disin­te­res­sa­to del­le isti­tu­zio­ni.

“Ogni par­ti­to poli­ti­co ha dei dona­to­ri nell’imprenditoria a livel­lo loca­le e nazio­na­le, che Euro­max ha pro­mes­so di coin­vol­ge­re nell’attività mine­ra­ria, ad esem­pio nel­le ope­ra­zio­ni di tra­spor­to, uti­liz­zan­do o noleg­gian­do mac­chi­na­ri duran­te la fase di costru­zio­ne o estra­zio­ne del metal­lo, in cam­bio di un’attività lob­bi­sti­ca pres­so i par­ti­ti che por­tas­se all’approvazione del­la minie­ra. Par­lia­mo in un cer­to sen­so del­le éli­te di que­sto pae­se. Anche il mon­do del­la poli­ti­ca è quin­di for­te­men­te coin­vol­to nel­la pro­mo­zio­ne di que­sto pro­get­to”. È buf­fo come una del­le prin­ci­pa­li argo­men­ta­zio­ni di Euro­max cir­ca le con­se­guen­ze posi­ti­ve del pro­get­to per il ter­ri­to­rio diven­ti all’improvviso vola­no di cor­ru­zio­ne.

Il nodo con­ces­sio­ni

Pur essen­do più che tra­scor­si i quat­tro anni in cui Euro­max avreb­be dovu­to pre­sen­ta­re la docu­men­ta­zio­ne neces­sa­ria al rila­scio dei per­mes­si per l’estrazione, solo una del­le due con­ces­sio­ni in suo pos­ses­so le è sta­ta revo­ca­ta e con tre anni di ritar­do, nel 2019. Euro­max ha por­ta­to la deci­sio­ne del gover­no in un tri­bu­na­le ammi­ni­stra­ti­vo, soste­nen­do che era prio­ri­ta­rio per il gover­no deci­de­re sul­la fusio­ne del­le due con­ces­sio­ni, piut­to­sto che sul­la loro revo­ca. La posta in gio­co è altis­si­ma, data l’approvazione, nel 2019, di una leg­ge che impe­di­sce l’avvio di atti­vi­tà ambien­tal­men­te dan­no­se a meno di cin­que chi­lo­me­tri da qua­lun­que cen­tro abi­ta­to, più un’altra che proi­bi­sce l’utilizzo di aci­di sol­fo­ri­ci e cia­nu­ro nei pro­ces­si di estra­zio­ne, pur sen­za effet­to retroat­ti­vo.

Que­sto cam­bio di rot­ta è dovu­to, secon­do Gor­gi, in par­te alle pres­sio­ni del­la popo­la­zio­ne, in par­te al fat­to che dal 2017 al 2020 il pri­mo mini­stro era Zoran Zaev, nato e cre­sciu­to pro­prio a Stru­mi­ca. D’altro can­to, diver­si per­so­nag­gi dell’élite poli­ti­ca ed eco­no­mi­ca mace­do­ne han­no inte­res­si nel­la rea­liz­za­zio­ne del pro­get­to. Ad esem­pio, Arlind Zeqi­ri, ex-mini­stro del­la Repub­bli­ca del­la Mace­do­nia del Nord, a caval­lo fra il 2016 ed il 2017, e socio ammi­ni­stra­to­re del­lo stu­dio lega­le di Sko­p­je (filia­le loca­le del­lo stu­dio LGP, uno dei più gran­di d’Europa) che ha pre­so in cari­co la cau­sa inten­ta­ta da Euro­max con­tro il gover­no mace­do­ne dopo la revo­ca di una del­le due con­ces­sio­ni. Dopo un sali­scen­di fra i veri livel­li del­la giu­sti­zia ammi­ni­stra­ti­va mace­do­ne, il 4 mag­gio del 2023 la Cor­te Ammi­ni­stra­ti­va del­la Mace­do­nia ha dato ragio­ne a Euro­max e rispe­di­to il caso alle auto­ri­tà com­pe­ten­ti, per un nuo­vo giu­di­zio. Gor­gi non è per nien­te stu­pi­to dal ver­det­to.

L’ingresso di nuo­vi soci

Recen­te­men­te Euro­max Resour­ces ha acqui­si­to un nuo­vo inve­sti­to­re, che ha com­pra­to cir­ca il 25% del­le azio­ni per tre milio­ni di dol­la­ri e si è riser­va­to il dirit­to di inve­stir­ne, a cer­te con­di­zio­ni, altri otto milio­ni nel­la socie­tà. È l’ND Group B.V., una com­pa­gnia basa­ta in Olan­da ma fon­da­ta nel 2008 da Nazif Desta­ni, uno dei prin­ci­pa­li dona­to­ri del BDI (Bash­ki­mi Demo­kra­tik për Inte­grim, l’Unione Demo­cra­ti­ca per l’Integrazione) il prin­ci­pa­le par­ti­to dell’etnia alba­ne­se in Mace­do­nia, e al gover­no inin­ter­rot­ta­men­te dal 2008 come allea­to dei prin­ci­pa­li par­ti­ti mace­do­ni. Nazif Desta­ni è anche fon­da­to­re di Eko­log, una del­le azien­de più gran­di del pae­se, ma con sede a Dubai. Al momen­to, Eko­log è una con­trol­la­ta di ND Group, una con­nes­sio­ne che, secon­do Gor­gi, quest’ultima avreb­be uti­liz­za­to a suo van­tag­gio. “L’acquisto del­le azio­ni da par­te di ND è avve­nu­to a novem­bre 2022 (Ndr. quan­do non era anco­ra usci­to il ver­det­to sul­la cau­sa di Euro­max). Qual­che mese pri­ma il gover­no mace­do­ne ave­va con­ces­so a Eko­log un sus­si­dio di 130 milio­ni di euro per la rea­liz­za­zio­ne di fab­bri­che per la costru­zio­ne di mac­chi­ne elet­tri­che. Nes­su­na fab­bri­ca è sta­ta rea­liz­za­ta, ma allo stes­so tem­po Eko­log ha tro­va­to quat­tro milio­ni di euro da inve­sti­re in azio­ni di Euro­max Resour­ces. Ora chie­di­ti: qual è il sen­so di inve­sti­re in una com­pa­gnia che è in debi­to di qua­ran­ta milio­ni di dol­la­ri e le cui con­ces­sio­ni mine­ra­rie sono una vir­tual­men­te sca­du­ta, men­tre sul­la revo­ca dell’altra è in cor­so un pro­ces­so? Nes­su­no pren­de­reb­be una deci­sio­ne del gene­re, se non qual­cu­no che può ave­re un impat­to sull’andamento del pro­ces­so. Sia­mo di fron­te ad un gigan­te­sco con­flit­to di inte­res­si”.

Gli altri inve­sti­to­ri

Anche l’azionista di mag­gio­ran­za di Euro­max, Gale­na Resour­ces Equi­ties Ltd., non è esat­ta­men­te un esem­pio di tra­spa­ren­za, essen­do regi­stra­ta alle Iso­le Cay­man secon­do un docu­men­to dif­fu­so dall’Anti-trust mace­do­ne. La socie­tà è con­trol­la­ta per metà da Tra­fi­gu­ra, com­pa­gnia lea­der mon­dia­le del com­mer­cio di metal­li (più di 300 miliar­di di dol­la­ri di entra­te nel 2022), e acqui­ren­te del 100% del rame pro­ve­nien­te da Ilo­vi­ca. L’al­tra metà appar­tie­ne a Tzo­lo Vutov, uno degli uomi­ni più ric­chi di Bul­ga­ria e pro­prie­ta­rio del grup­po Geo­te­ch­min, fra le altre cose impe­gna­to pro­prio in atti­vi­tà mine­ra­rie. Suo figlio, Ivan Vutov, è al momen­to diret­to­re non-ese­cu­ti­vo nel Board di Euro­max Resour­ce. Inol­tre, aven­do Gale­na acqui­si­to la quo­ta di mag­gio­ran­za, quel­lo che è avve­nu­to è a tut­ti gli effet­ti un pas­sag­gio di pro­prie­tà sul­la con­ces­sio­ne, che secon­do la leg­ge mace­do­ne com­por­te­reb­be anche un paga­men­to al gover­no di una tas­sa pari al 7% del valo­re del­la con­ces­sio­ne, tas­sa che Euro­max chia­ra­men­te non ha anco­ra paga­to. Sul­la stam­pa mace­do­ne è sta­to sug­ge­ri­to che il coin­vol­gi­men­to degli azio­ni­sti bul­ga­ri potreb­be deter­mi­na­re l’andamento del­le rela­zio­ni fra la Bul­ga­ria e la Mace­do­nia del Nord, al momen­to mol­to tese ma deter­mi­nan­ti per l’accesso di quest’ultima nell’Unione euro­pea.


Il docu­men­to dif­fu­so dall’Anti-trust mace­do­ne che segna­la la regi­stra­zio­ne alle Iso­le Cay­man del­la socie­tà Gale­na Resour­ces Equi­ties Limi­ted.

Fra gli azio­ni­sti figu­ra anche la Ban­ca Euro­pea per la Rico­stru­zio­ne e lo Svi­lup­po (EBRD), una par­te­ci­pa­zio­ne che secon­do i suoi soste­ni­to­ri dovreb­be rap­pre­sen­ta­re una garan­zia del­la bon­tà del pro­get­to, ma anche su que­sto Gor­gi ha da ridi­re. “La EBRD ha a un inte­res­se nel­lo svi­lup­po di que­sta minie­ra. E se andia­mo a vede­re il con­trat­to fra la EBRD ed Euro­max, nien­te di ciò che era sta­to pat­tui­to è sta­to anco­ra rea­liz­za­to. Ad esem­pio, dove­va­no assi­cu­rar­si la pro­prie­tà del­la tota­li­tà dei ter­re­ni dove sor­ge la con­ces­sio­ne entro tre mesi dal­la fir­ma del con­trat­to, e dopo tut­ti que­sti anni sia­mo anco­ra qua a discu­te­re se la minie­ra si costrui­rà o meno. Que­sto dimo­stra che la Ban­ca Euro­pea per lo Svi­lup­po è trop­po disat­ten­ta per rap­pre­sen­ta­re una garan­zia in que­sto pro­get­to, e devo­no saper­lo anche loro, visto che non ci han­no mai smen­ti­to”.

I col­pi bas­si di Euro­max

Oltre agli aggan­ci con l’élite poli­ti­ca ed eco­no­mi­ca, Euro­max ha anche ten­ta­to di gua­da­gnar­si il con­sen­so del­la popo­la­zio­ne loca­le con meto­di, a guar­da­re dall’esterno, per lo meno gof­fi. Oltre a cam­pa­gne (sacro­san­te, per cari­tà) di dona­zio­ne di mate­ria­le sani­ta­rio duran­te la pan­de­mia, Gor­gi ripor­ta come la socie­tà donas­se dena­ro e attrez­zi a sin­go­li indi­vi­dui del­la comu­ni­tà, in cam­bio del­la fir­ma di un docu­men­to in cui si dichia­ra­va­no a favo­re del­la minie­ra. “Di fat­to, una com­pra­ven­di­ta di con­sen­so su pic­co­la sca­la; io la riten­go cor­ru­zio­ne, in pie­na rego­la”.
In que­sto modo han­no coin­vol­to cir­ca due­cen­to fami­glie, con dona­zio­ni fra i tre­cen­to e i cin­que­cen­to euro. Allo stes­so tem­po Euro­max ini­ziò una serie di atti­vi­tà per soste­ne­re la com­pa­ti­bi­li­tà del­la minie­ra con l’agricoltura bio­lo­gi­ca, con l’appoggio di Slow Food Ograz­den. Fon­ti inter­ne a Slow Food rife­ri­sco­no come al tem­po Slow Food Ograz­den fos­se sta­ta defe­ri­ta ed dif­fi­da­ta dall’uso del sim­bo­lo e del nome dell’organizzazione, in quan­to agi­va in modo auto­no­mo e incom­pa­ti­bi­le con la filo­so­fia del grup­po. Dopo qual­che tem­po, infat­ti, il pre­si­den­te dell’ormai ex pre­si­dio Slow Food Ograz­den fon­dò l’ONG Rural Deve­lo­p­ment Ograz­den, cita­ta da Euro­max fra i suoi prin­ci­pa­li part­ner nel­la regio­ne.

Nem­me­no Zdra­va Kotli­na è sta­ta rispar­mia­ta dal­le pres­sio­ni del­la socie­tà cana­de­se. “Euro­max ha pro­va­to più vol­te a dif­fa­mar­ci, a met­ter­ci pres­sio­ne con sot­ti­li minac­ce o ten­ta­ti­vi di cor­ru­zio­ne; per noi si è sem­pli­ce­men­te trat­ta­to di resi­ste­re, di vol­ta in vol­ta. A que­sto pro­po­si­to pen­so che sia sta­to uti­le orga­niz­zar­si secon­do una strut­tu­ra decen­tra­liz­za­ta. Ogni vil­lag­gio ha un comi­ta­to loca­le che agi­sce indi­pen­den­te­men­te. Allo stes­so tem­po i comi­ta­ti sono in comu­ni­ca­zio­ne fra di loro, e ogni deci­sio­ne pre­sa dall’insieme dei comi­ta­ti è una­ni­me in quan­to frut­to del­la discus­sio­ne fra i vari comi­ta­ti. Riten­go sia un mec­ca­ni­smo mol­to demo­cra­ti­co, ma che allo stes­so tem­po per­met­te di pro­se­gui­re l’azione anche se un comi­ta­to doves­se venir meno, per qua­lun­que ragio­ne, fra cui le pres­sio­ni di vario gene­re di Euro­max. Que­sta pre­cau­zio­ne si è dimo­stra­ta mol­to uti­le, e per di più ha avu­to l’effetto di attrar­re nel movi­men­to mol­te per­so­ne”.

Le tap­pe, gli stru­men­ti e gli obiet­ti­vi del­la Resi­sten­za

La popo­la­zio­ne, intan­to, si è espres­sa nel 2017 con un refe­ren­dum loca­le. “All’inizio non è sta­to faci­le ren­de­re divul­ga­bi­le il con­te­nu­to di 300 pagi­ne di stu­di scien­ti­fi­ci alta­men­te spe­ci­fi­ci. Abbia­mo tenu­to mol­tis­si­mi incon­tri pub­bli­ci e sia­mo anda­ti anche por­ta a por­ta a spie­ga­re le impli­ca­zio­ni del pro­get­to. Abbia­mo anche avu­to degli incon­tri tele­vi­si­vi con esper­ti tec­ni­ci invia­ti da Euro­max. Dopo tre incon­tri, la socie­tà si è rifiu­ta­ta di far­ne altri! Il loro argo­men­to prin­ci­pa­le è sem­pre sta­to quel­lo per cui non sia­mo esper­ti. Allo­ra duran­te i dibat­ti­ti gli abbia­mo rivol­to del­le doman­de mol­to pre­ci­se, visto che esse­re più o meno esper­ti non toglie­va rile­van­za alle doman­de che face­va­mo, e che rima­ne­va­no sen­za rispo­sta. Pen­so che que­sta sia sta­ta una sco­per­ta fon­da­men­ta­le: l’importanza di fare le doman­de giu­ste”. L’affluenza fu del 40%, dato dovu­to alla pre­sen­za nei regi­stri elet­to­ra­li di mol­ti emi­gra­ti all’estero, ma comun­que note­vo­le se con­fron­ta­ta con l’affluenza alle ele­zio­ni pre­si­den­zia­li, in media ugua­le al 48% dal 2006 ad oggi secon­do i dati dell’IFES, la Fon­da­zio­ne Inter­na­zio­na­le per i Siste­mi elet­to­ra­li. In quell’occasione, il 98% dei votan­ti del­le comu­ni­tà di Bosi­lo­vo e Novo Selo si espres­se con­tro la costru­zio­ne del­la minie­ra, pra­ti­ca­men­te un ple­bi­sci­to, ma che ver­rà suc­ces­si­va­men­te vani­fi­ca­to dal­la Cor­te Costi­tu­zio­na­le mace­do­ne.

Gli atti­vi­sti di Zdra­va Kotli­na sono atti­va­men­te impe­gna­ti nel­le isti­tu­zio­ni loca­li: “Io e altri due com­pa­gni sia­mo entra­ti nel­le muni­ci­pa­li­tà di Stru­mi­ca, Bosi­lo­vo e Novo­se­lo. Nel­le muni­ci­pa­li­tà abbia­mo pro­po­sto di proi­bi­re ogni con­ces­sio­ne di estra­zio­ne mine­ra­ria per pre­ser­va­re stra­te­gi­ca­men­te l’orientamento agri­co­lo del­la nostra regio­ne. Le mag­gio­ran­ze nel­le muni­ci­pa­li­tà si sono oppo­ste, pur essen­do di par­ti­ti diver­si! Dob­bia­mo vede­re come andran­no i pros­si­mi incon­tri, anche se sono sei mesi che ci stia­mo lavo­ran­do. Poi però duran­te in cam­pa­gna elet­to­ra­le sono tut­ti ambien­ta­li­sti e con­tro la minie­ra…”. A Novo Selo, i due par­ti­ti prin­ci­pa­li ave­va­no set­te con­si­glie­ri a testa, con il con­si­glie­re di Zdra­va Kotli­na, data la situa­zio­ne, nomi­na­to pre­si­den­te del con­si­glio muni­ci­pa­le. Tut­ta­via, dopo qual­che mese, i due par­ti­ti si sono accor­da­ti per il pas­sag­gio di un con­si­glie­re dal grup­po di cen­tro-sini­stra a quel­lo del cen­tro-destra, in modo da for­ma­re una nuo­va mag­gio­ran­za ed eleg­ge­re un nuo­vo pre­si­den­te dell’assemblea. Se gli estre­mi­smi alla fine si incon­tra­no, figu­ria­mo­ci i ‘cen­tri­smi’…

La con­sa­pe­vo­lez­za che Gor­gi dimo­stra cir­ca tut­ti gli aspet­ti che riguar­da­no il pro­get­to (e che il sot­to­scrit­to ha toc­ca­to con mano con­fron­tan­do­si con la mole di docu­men­ti mes­sa­gli a dispo­si­zio­ne per far­si un’idea in modo auto­no­mo) è la pun­ta dell’iceberg di una for­za sì dirom­pen­te, ma anche orga­niz­za­ta, frut­to del lavo­ro di 250 atti­vi­sti, inge­gne­ri, busi­ness ana­lysts, atto­ri e comu­ni cit­ta­di­ni, in gra­do di por­ta­re nel­le stra­de del­la regio­ne, ma anche di Sko­p­je, miglia­ia di mani­fe­stan­ti da tut­to il pae­se, e anche da fuo­ri. “Ci sen­tia­mo sup­por­ta­ti, per­ché la gen­te vede in noi un segna­le di spe­ran­za. In Mace­do­nia sono suc­ces­si diver­si disa­stri per la stes­sa negli­gen­za dei gover­ni a cui stia­mo assi­sten­do ora. La nostra lot­ta è per­ce­pi­ta come legit­ti­ma, e abbia­mo rice­vu­to appog­gio da diver­se cit­tà, e le nostre pro­te­ste a Sko­p­je sono sem­pre mol­to par­te­ci­pa­te. Pen­so che ciò sia dovu­to alla nostra tra­spa­ren­za. Stia­mo cer­can­do anche di rag­giun­ge­re una pla­tea più inter­na­zio­na­le, ma è un discor­so più com­pli­ca­to. Abbia­mo con­tat­ti con un grup­po di Hal­ki­di­ki, in Gre­cia, un altro in Ser­bia che si oppo­ne ad un pro­get­to per una minie­ra di litio, e in Bul­ga­ria. Ci sup­por­tia­mo a vicen­da nel­le mani­fe­sta­zio­ni. È inte­res­san­te nota­re come i pro­ble­mi che abbia­mo sono comu­ni, gli esper­ti che ci tro­via­mo di fron­te sono sem­pre gli stes­si. Cer­chia­mo anche di par­la­re con gli amba­scia­to­ri euro­pei, o i dele­ga­ti del Par­la­men­to euro­peo inte­res­sa­ti, come Tho­mas Wal­tz, un euro­de­pu­ta­to dei Ver­di che è venu­to a Ilo­vi­ca. Sia­mo per­ce­pi­ti posi­ti­va­men­te, ma que­sto non toglie che la mag­gior par­te dei risul­ta­ti che otter­re­mo dipen­de da noi, e noi sol­tan­to”.


Mani­fe­sta­zio­ne del 2018 nel­le stra­de di Stru­mi­ca. Sul­lo stri­scio­ne c’è scrit­to “Stop alla minie­ra del­la mor­te Ilo­vi­ca-Shtu­ka, fer­mia­mo­la pri­ma che ci ucci­da.

Ciò che più mi ha stu­pi­to duran­te l’intervista, è la sere­ni­tà con cui Gor­gi mi ha par­la­to del­la vicen­da, e con cui affer­ma di esse­re pron­to a tut­to. Lui, un ragaz­zo istrui­to, che sta­va rea­liz­zan­do il sogno di mol­ti gio­va­ni mace­do­ni, lasciar­si alle spal­le un pae­se di cor­ru­zio­ne e sti­pen­di bas­si alla vol­ta dell’Unione euro­pea. Ma for­se è pro­prio que­sta, la fon­te del­la sua deci­sio­ne. Tor­na­to per amo­re del­la sua ter­ra, sem­bra deci­so a far di tut­to per­ché non sia­no mes­se in peri­co­lo la soprav­vi­ven­za del­le sue rela­zio­ni e dei suoi pae­sag­gi. “Qua­lun­que cosa deci­da­no di fare, noi non la per­met­te­re­mo, anche se la pro­te­sta dovrà diven­ta­re vio­len­ta, poi­ché sot­to ogni cir­co­stan­za le per­so­ne non han­no inten­zio­ne di appro­va­re un pro­get­to così peri­co­lo­so. Ci sia­mo anda­ti mol­to vici­ni duran­te un bloc­co stra­da­le fra le mon­ta­gne in cui abbia­mo impe­di­to lo svol­gi­men­to dei rilie­vi archeo­lo­gi­ci. Per for­tu­na sia­mo riu­sci­ti a bloc­ca­re quel­la spe­di­zio­ne sen­za scon­tri vio­len­ti con la poli­zia”. La resi­sten­za però non è vota­ta al man­te­ni­men­to di un siste­ma per­fet­to che rischia di esse­re vio­la­to. C’è di più, in quel­lo che sta suc­ce­den­do in quest’angolo d’Europa.

“Noi abbia­mo capi­to come atti­vi­sti che era impor­tan­te cam­bia­re il siste­ma, o per lo meno met­te­re del­le bar­rie­re a livel­lo loca­le con­tro que­sto tipo di socie­tà. Par­te­ci­pa­re alle ele­zio­ni loca­li, anche con pochi mez­zi, è sta­ta anche una scu­sa per pen­sa­re ad un pro­gram­ma che andas­se al di là del­la sin­go­la ver­ten­za del­la minie­ra. Cer­ta­men­te il nostro pun­to rima­ne la pro­te­zio­ne dell’ambiente, ma pen­sia­mo anche che sia fon­da­men­ta­le eli­mi­na­re la cor­ru­zio­ne, e lavo­ra­re per innal­za­re il livel­lo di infor­ma­zio­ne del­la cit­ta­di­nan­za e aumen­ta­re la soste­ni­bi­li­tà del nostro siste­ma eco­no­mi­co a livel­lo loca­le. Abbia­mo la liber­tà di dire tut­to ciò che voglia­mo, al con­tra­rio dei par­ti­ti al momen­to al pote­re, che ci guar­da­no con timo­re. Non aven­do nien­te da per­de­re, pos­sia­mo per­met­ter­ci una tra­spa­ren­za per loro impos­si­bi­le, e que­sto fa sì che le per­so­ne ci guar­di­no con sem­pre più sim­pa­tia. Pur essen­do da soli, nel­le muni­ci­pa­li­tà abbia­mo fat­to un gran­de lavo­ro al di là dell’ecologia, por­tan­do temi come il con­trol­lo sul­le atti­vi­tà del­le impre­se muni­ci­pa­li, con lo stes­so approc­cio uti­liz­za­to nel caso del­la minie­ra, facen­do doman­de e pres­sio­ni sui temi cru­cia­li e lì dove nota­va­mo del­le ano­ma­lie fra la leg­ge e la pra­ti­ca. Le ano­ma­lie in Mace­do­nia sono siste­ma­ti­che, e un cam­bia­men­to è neces­sa­rio”.

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