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Agosto
25 Agosto 2022

AGRI­COL­TU­RA BIO­LO­GI­CA E QUA­LI­TÀ NUTRI­ZIO­NA­LE: BENE­FI­CI DEI POLI­FE­NO­LI ALI­MEN­TA­RI SUL MICRO­BIO­TA INTE­STI­NA­LE UMA­NO

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Cosa dif­fe­ren­zia l’agricoltura bio­lo­gi­ca da quel­la con­ven­zio­na­le? Per­ché la risco­per­ta dell’agricoltura bio­lo­gi­ca può esse­re un input per uno sti­le di vita sano? Lo sco­po di que­sta revi­sio­ne è for­ni­re un qua­dro gene­ra­le sull’importanza dell’agricoltura bio­lo­gi­ca nell’incremento del­la bio­di­spo­ni­bi­li­tà dei poli­fe­no­li, neces­sa­ri per un cor­ret­to svi­lup­po del micro­bio­ta inte­sti­na­le uma­no, in altre paro­le l’insieme dei micror­ga­ni­smi che popo­la­no il nostro trat­to gastroin­te­sti­na­le. La pro­du­zio­ne ali­men­ta­re bio­lo­gi­ca ha un impat­to dif­fe­ren­te sul­la salu­te uma­na rispet­to a quel­la con­ven­zio­na­le: per agri­col­tu­ra con­ven­zio­na­le si inten­de una pro­du­zio­ne inten­si­va carat­te­riz­za­ta da ele­va­ti appor­ti di pesti­ci­di sin­te­ti­ci, fer­ti­liz­zan­ti mine­ra­li e un’elevata per­cen­tua­le di man­gi­mi indu­stria­li; dall’altro lato, l’agricoltura bio­lo­gi­ca pre­ve­de l’utilizzo di fer­ti­liz­zan­ti orga­ni­ci come leta­me di cor­ti­le, com­po­st e fer­ti­liz­zan­ti ver­di, men­tre alcu­ni com­po­sti mine­ra­li inor­ga­ni­ci ven­go­no uti­liz­za­ti come inte­gra­to­ri, ad esem­pio, l’utilizzo dell’azoto (N) è limi­ta­to a 170 kg/anno (1).

Nell’agricoltura bio­lo­gi­ca sono ammes­si alcu­ni tipi di pesti­ci­di, ovve­ro quel­li rela­ti­va­men­te poco pre­oc­cu­pan­ti dal pun­to di vista tos­si­co­lo­gi­co per il con­su­ma­to­re fina­le, in quan­to non sono asso­cia­ti ad alcu­na tos­si­ci­tà iden­ti­fi­ca­ta e per­ché fan­no par­te di una cor­ret­ta ali­men­ta­zio­ne per l’uomo. Un’eccezione è data dal rame, un nutrien­te essen­zia­le per le pian­te, l’uomo e gli ani­ma­li, anche se ad un’alta con­cen­tra­zio­ne rima­ne tos­si­co. Gli ali­men­ti otte­nu­ti median­te col­tu­ra bio­lo­gi­ca con­ten­go­no una quan­ti­tà mag­gio­re di sali mine­ra­li e sostan­ze anti­os­si­dan­ti, qua­li vita­mi­na C, poli­fe­no­li e fla­vo­noi­di. Ad avva­lo­ra­re que­sta tesi è uno stu­dio con­dot­to, nel 2021, da Klau­dia Kopc­zyn­ska et al. che ha inda­ga­to le carat­te­ri­sti­che sen­so­ria­li, le con­cen­tra­zio­ni di zuc­che­ri e i com­po­sti poli­fe­no­li­ci bio­at­ti­vi sele­zio­na­ti che pro­muo­vo­no la salu­te del­la zuc­chi­na bio­lo­gi­ca rispet­to a quel­la col­ti­va­ta con meto­do con­ven­zio­na­le. Dal­la ricer­ca è emer­so che i frut­ti col­ti­va­ti con meto­di bio­lo­gi­ci con­ten­go­no quan­ti­tà signi­fi­ca­ti­va­men­te più ele­va­te di poli­fe­no­li, come aci­do gal­li­co, aci­do clo­ro­ge­ni­co, aci­do feru­li­co e quercetina‑3–0‑rutinoside rispet­to ai frut­ti con­ven­zio­na­li (2).

Negli ulti­mi anni è sta­to dimo­stra­to quan­to i poli­fe­no­li pre­sen­ti negli ali­men­ti si com­por­ti­no da veri e pro­pri pre­bio­ti­ci, vale a dire mole­co­le bio­at­ti­ve in gra­do di modi­fi­ca­re la com­po­si­zio­ne del micro­bio­ta inte­sti­na­le uma­no. Per man­te­ne­re il nostro inte­sti­no in salu­te e in equi­li­brio è impor­tan­te capi­re da cosa è costi­tui­to, cono­sce­re il suo fun­zio­na­men­to e come nutrir­lo. Il trat­to gastroin­te­sti­na­le (GI) è abi­ta­to da mol­te spe­cie bat­te­ri­che, fun­gi­ne e vira­li, che inte­ra­gi­sco­no con l’ospite. Cir­ca il 90% del micro­bio­ta inte­sti­na­le è costi­tui­to da 2 phy­la domi­nan­ti che sono Bac­te­roi­de­tes e Fir­mi­cu­tes; il restan­te 10% del micro­bio­ta è rap­pre­sen­ta­to da 5 phy­la sub­do­mi­nan­ti che sono Acti­no­bac­te­ria, Pro­teo­bac­te­ria, Fuso­bac­te­ria, Cya­no­bac­te­ria Ver­ru­co­mi­cro­bia.  Il pro­ces­so di colo­niz­za­zio­ne micro­bi­ca inte­sti­na­le comin­cia duran­te la gra­vi­dan­za e pro­se­gue anche dopo il par­to. Ini­zial­men­te il micro­bio­ta del neo­na­to è insta­bi­le ed è costi­tui­to da poche spe­cie micro­bi­che, ma que­sta bas­sa diver­si­tà ten­de a sta­bi­liz­zar­si dopo i pri­mi 2–4 anni di vita extra-ute­ri­na. Fat­to­ri gene­ti­ci e mol­te­pli­ci fat­to­ri ambien­ta­li, come l’uso di anti­bio­ti­ci e pro­bio­ti­ci, lo sti­le di vita e la die­ta, pos­so­no influen­za­re in modo signi­fi­ca­ti­vo la com­po­si­zio­ne del micro­bio­ta inte­sti­na­le, alte­ran­do­ne la bio­di­ver­si­tà e inne­scan­do una con­di­zio­ne di disbio­si, inter­rom­pen­do in tal modo l’equilibrio inte­sti­na­le (3). È di fon­da­men­ta­le impor­tan­za che si instau­ri un rap­por­to di sim­bio­si tra ospi­te e micro­bio­ta inte­sti­na­le, in quan­to que­sto influi­sce sul­la salu­te dell’organismo e sul­la cre­sci­ta e pro­gres­sio­ne di varie malat­tie, tra cui l’obesità, il dia­be­te mel­li­to di tipo 2, le malat­tie infiam­ma­to­rie inte­sti­na­li e i distur­bi neu­ro­de­ge­ne­ra­ti­vi.

La bio­tra­sfor­ma­zio­ne dei poli­fe­no­li nell’intestino 

Negli ulti­mi anni sono sta­ti con­dot­ti diver­si stu­di invitro (in pro­vet­ta) e alcu­ni stu­di in vivo (in un orga­ni­smo viven­te) che si occu­pa­no dei bene­fi­ci dei poli­fe­no­li sul micro­bio­ta inte­sti­na­le uma­no. I poli­fe­no­li non sono altro che un grup­po di sostan­ze fito­chi­mi­che bio­at­ti­ve che si tro­va­no in varie par­ti del­le pian­te, come ste­li, foglie, fio­ri, radi­ci e pol­pa. In natu­ra sono sta­te iden­ti­fi­ca­te più di 8.000 for­me poli­fe­no­li­che, le qua­li ven­go­no sud­di­vi­se in base alle loro strut­tu­re chi­mi­che in: fla­vo­noi­di (fla­vo­ni, iso­fla­vo­ni, fla­vo­no­li, fla­va­no­ni, fla­va­no­li, anto­cia­ni) e poli­fe­no­li non fla­vo­noi­di (aci­di feno­li­ci, xan­to­ni, stil­be­ni, ligna­ni, tan­ni­ni). Le fon­ti prin­ci­pa­li di poli­fe­no­li per l’uomo sono la frut­ta, la ver­du­ra, i legu­mi sec­chi, i cerea­li, le noci, le bevan­de e i pro­dot­ti a base di erbe (4). Essi pos­sie­do­no pro­prie­tà anti­os­si­dan­ti e antin­fiam­ma­to­rie, ma sono anche impor­tan­ti sub­stra­ti nutri­zio­na­li in gra­do di modu­la­re la rispo­sta immu­ni­ta­ria. Nono­stan­te il loro effet­to bene­fi­co per l’organismo uma­no, i poli­fe­no­li han­no una bio­di­spo­ni­bi­li­tà bas­sa nel nostro cor­po, in quan­to sola­men­te il 5–10% vie­ne assor­bi­to a livel­lo dell’intestino tenue, men­tre cir­ca il 90% arri­va diret­ta­men­te al colon, dove vie­ne meta­bo­liz­za­to dal­la micro­flo­ra bat­te­ri­ca inte­sti­na­le, pro­du­cen­do com­po­sti feno­li­ci bio­at­ti­vi a bas­so peso mole­co­la­re, in gra­do di esse­re assor­bi­ti a livel­lo inte­sti­na­le (4). Per­tan­to, gli effet­ti bene­fi­ci dei poli­fe­no­li sull’ospite dipen­do­no essen­zial­men­te da come essi ven­go­no “dige­ri­ti” da par­te del micro­bio­ta inte­sti­na­le.

Dal­la let­te­ra­tu­ra scien­ti­fi­ca sap­pia­mo che i nostri bat­te­ri inte­sti­na­li meta­bo­liz­za­no il resve­ra­tro­lo, una mole­co­la che vie­ne natu­ral­men­te pro­dot­ta da varie pian­te (vite, more e cacao), pro­du­cen­do un com­po­sto bio­at­ti­vo con pro­prie­tà anti-tumo­ra­li e anti­os­si­dan­ti. Il vino ros­so rap­pre­sen­ta la bevan­da con la più ele­va­ta quan­ti­tà di resve­ra­tro­lo; que­sto è dovu­to al lun­go pro­ces­so di mace­ra­zio­ne del­la buc­cia degli aci­ni nel vino, che per­met­te di estrar­re la mole­co­la in mag­gio­re quan­ti­tà e all’assenza di ossi­ge­no nel­la bot­ti­glia che pre­vie­ne l’ossidazione del­la mole­co­la. Nel 1996 il resve­ra­tro­lo è sta­to iden­ti­fi­ca­to come il pri­mo com­po­sto di ori­gi­ne nutri­zio­na­le ad ave­re un’influenza con la pro­gres­sio­ne dei tumo­ri pro­prio per la sua capa­ci­tà di ini­bi­re le tre fasi che por­ta­no allo svi­lup­po del can­cro: l’esordio, la muta­zio­ne e la dif­fu­sio­ne. Quin­di, il resve­ra­tro­lo è da con­si­de­rar­si una sostan­za anti-tumo­ra­le con mec­ca­ni­smo d’azione simi­le a quel­lo di vari far­ma­ci di sin­te­si usa­ti per limi­ta­re la cre­sci­ta del­le cel­lu­le tumo­ra­li. Uno stu­dio con­dot­to da Car­do­na et al ha evi­den­zia­to come il resve­ra­tro­lo, a livel­lo del colon, vie­ne “dige­ri­to” da par­te dei bat­te­ri inte­sti­na­li in picei­de, il qua­le mostra una mag­gio­re bio­di­spo­ni­bi­li­tà e atti­vi­tà anti­os­si­dan­te rispet­to al resve­ra­tro­lo stes­so (5).

Impat­to dei poli­fe­no­li sul micro­bio­ta inte­sti­na­le 

Negli ulti­mi anni sono sta­ti por­ta­ti avan­ti note­vo­li stu­di spe­ri­men­ta­li che descri­vo­no come i poli­fe­no­li si com­por­ti­no da veri e pro­pri pre­bio­ti­ci, ossia sostan­ze non dige­ri­bi­li di ori­gi­ne ali­men­ta­re che influen­za­no la cre­sci­ta e la fun­zio­ne dei bat­te­ri inte­sti­na­li. Ad esem­pio, Ma et al., in una revi­sio­ne siste­mi­ca, han­no sug­ge­ri­to che i poli­fe­no­li incre­men­ta­no di cir­ca il 56% i Bifi­do­bac­te­rium e di cir­ca il 22% i Lac­to­ba­cil­lus, bat­te­ri che con­tri­bui­sco­no a miglio­ra­re i distur­bi gastroin­te­sti­na­li, come diar­rea e sti­ti­chez­za. La stes­sa meta-ana­li­si, ha mostra­to che i poli­fe­no­li di ori­gi­ne ali­men­ta­re, come i fla­va­no­li del cacao e del tè pos­so­no sop­pri­me­re, a livel­lo inte­sti­na­le, la cre­sci­ta del Clo­stri­dium Histo­ly­ti­cum e Per­frin­gens, bat­te­ri pato­ge­ni comu­ni. Il Clo­stri­dium Histo­ly­ti­cum pro­cu­ra malat­tie infiam­ma­to­rie inte­sti­na­li, come la coli­te ulce­ro­sa e il Mor­bo di Crohn; men­tre il Clo­stri­dium Per­frin­gens da ori­gi­ne a tos­si­ne ed enzi­mi idro­li­ti­ci, che con­tri­bui­sco­no all’insorgenza e allo svi­lup­po di malat­tie gastroin­te­sti­na­li, ente­ro­co­li­te necro­niz­zan­te e can­cro al colon (6). Sono tan­ti gli stu­di che esa­mi­na­no i poten­zia­li effet­ti dei poli­fe­no­li con­tro i micror­ga­ni­smi pato­ge­ni. Tut­ta­via, sono pochi che dimo­stra­no l’influenza dei poli­fe­no­li sul­la cre­sci­ta e l’attività dei pato­ge­ni che abi­ta­no lun­go il nostro inte­sti­no. I più effi­ca­ci ini­bi­to­ri del­la cre­sci­ta di que­sti micror­ga­ni­smi sono i poli­fe­no­li del tè ver­de e nero. È sta­to osser­va­to che i com­po­nen­ti bio­at­ti­vi del tè (cate­chi­na, epi­ca­te­chi­na, epi­gal­lo­ca­te­chi­na e gal­lo­ca­te­chi­na) ini­bi­sco­no la cre­sci­ta di alcu­ni bat­te­ri pato­ge­ni, tra cui Heli­co­bac­ter pylo­ri, Sta­phy­lo­coc­cus aureus, E. Coli 0157:7Sal­mo­nel­la typhi­mu­rium DT104, Liste­ria mono­cy­to­ge­nes, virus dell’influenza, virus dell’epatite C, HIV e fun­ghi come la Can­di­da (6). C’è da dire sicu­ra­men­te che le pro­prie­tà bene­fi­che del tè sono da cor­re­la­re ai pro­ces­si di tra­sfor­ma­zio­ne che la pian­ta subi­sce. Il tè ver­de subi­sce meno lavo­ra­zio­ni, in quan­to anco­ra oggi la pro­du­zio­ne avvie­ne soprat­tut­to in modo arti­gia­na­le.

L’agricoltura è uno dei tan­ti set­to­ri respon­sa­bi­li del­le emis­sio­ni di gas ser­ra e del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co. Per­tan­to, è neces­sa­rio orien­ta­re lo svi­lup­po agri­co­lo ver­so meto­do­lo­gie che rispet­ti­no di più l’ambiente, come l’agricoltura bio­lo­gi­ca, che pro­teg­ge le risor­se natu­ra­li basan­do la sua atti­vi­tà sull’utilizzo di fer­ti­liz­zan­ti natu­ra­li, meto­di fito­sa­ni­ta­ri non chi­mi­ci e diver­se rota­zio­ni del­le col­tu­re. Gli stu­di scien­ti­fi­ci mostra­no come i due tipi di siste­mi agro­no­mi­ci han­no un impat­to signi­fi­ca­ti­vo sul­la com­po­si­zio­ne chi­mi­ca del­le col­tu­re, in par­ti­co­la­re si han­no dif­fe­ren­ze signi­fi­ca­ti­ve nei resi­dui di pesti­ci­di e nel con­te­nu­to di poli­fe­no­li dei pro­dot­ti bio­lo­gi­ci rispet­to a quel­li con­ven­zio­na­li (2). Con que­sta revi­sio­ne ho volu­to met­te­re in evi­den­zia l’importanza degli effet­ti dei poli­fe­no­li sul rimo­del­la­men­to del micro­bio­ta inte­sti­na­le. Infat­ti, come sopra cita­to i poli­fe­no­li ali­men­ta­ri e i loro meta­bo­li­ti bio­at­ti­vi eser­ci­ta­no effet­ti pre­bio­ti­ci, crean­do un equi­li­brio del­la micro­flo­ra bat­te­ri­ca inte­sti­na­le, andan­do a sti­mo­la­re la cre­sci­ta di bat­te­ri bene­fi­ci e ini­ben­do quel­la dei pato­ge­ni respon­sa­bi­li di impor­tan­ti pato­lo­gie per l’uomo.

Biblio­gra­fia

  • Axel Mie, Hel­le Raun Ander­sen, Ste­fan Gun­nars­son, Johan­nes Kahl, Emma­nuel­le Kes­se-Guyot, Ewa Rem­biał­ko­w­ska, Gian­lu­ca Qua­glio and Phi­lip­pe Gran­d­jean. Human health impli­ca­tions of orga­nic food and orga­nic agri­cul­tu­re: a com­pre­hen­si­ve review. Envi­ron­men­tal Health (2017) 16:111
  • Klau­dia Kopc­zyn­ska, Domi­ni­ka Sred­nic­ka-Tober, Ewe­li­na Hall­mann, Jacek Wilc­zak, Gra­zy­na Wasiak-Zys, Zdzi­sław Wyszyn­ski, Katar­zy­na Kucin­ska, Ane­ta Per­za­no­w­ska, Paweł Szac­ki, Mar­cin Baran­ski, Pau­li­na Gaw­ron, Rita Góral­ska-Walc­zak, Ewa Rem­biał­ko­w­ska and Rena­ta Kazi­mierc­zak. Bio­ac­ti­ve Com­pounds, Sugars, and Sen­so­ry Attri­bu­tes of Orga­nic and Con­ven­tio­nal­ly Pro­du­ced Cour­get­te- Foods 2021, 10, 2475
  • (D) Alek­san­dra Duda‑Chodak · Tomasz Tar­ko · Paweł Sato­ra · Paweł Sro­ka. Inte­rac­tion of die­ta­ry com­pounds, espe­cial­ly poly­phe­nols, with the inte­sti­nal micro­bio­ta: a review- Eur J Nutr (2015) 54:325–341
  • Andy W.C. Man, Yawen Zhou, Ning Xia and Hui­ge Li. Invol­ve­ment of Gut Micro­bio­ta, Micro­bial Meta­bo­li­tes and Inte­rac­tion with Poly­phe­nol in Host Immu­no­me­ta­bo­li­sm. Nutrien­ts 2020, 12, 3054. [Pub­Med]
  • Fer­nan­do Car­do­na, Cri­sti­na Andrés-Lacue­va, Sara Tuli­pa­ni, Fran­ci­sco J. Tina­ho­nes, María Isa­bel Quei­po-Ortuño. Bene­fi­ts of poly­phe­nols on gut micro­bio­ta and impli­ca­tions in human health. Scien­ce­Di­rect. Vol 24, N. 8, 2013, Pag. 1415–1422.
  • Xiao­fei Wang, Yue Qi e Hao Zheng. Die­ta­ry Poly­phe­nol, Gut Micro­bio­ta, and Health Bene­fi­ts — Anti­o­xi­dan­ts 2022, 11, 1212
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