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Novembre
11 Novembre 2024

NOWAY!

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Scen­do di schie­na dal pri­mo sco­glio euro­peo che ero riu­sci­to a toc­ca­re e nuo­to all’indietro. Quan­do gli sono vici­no, il relit­to di fer­ro rie­mer­ge dal­le pro­fon­di­tà e vomi­ta acqua gon­fia di ven­to. L’abisso mi risuc­chia di sot­to e poi una colon­na bian­ca di bol­le mi spin­ge in alto, fuo­ri dall’acqua, fin sul pon­te del­la bar­ca. Attor­no a me altre per­so­ne atter­ra­no con i tal­lo­ni sui bor­di del­lo sca­fo. La tem­pe­sta ci tra­sci­na nel suo cuo­re, dove le onde scap­pa­no lon­ta­no dal­la ter­ra e rias­sor­bo­no la pro­pria schiu­ma e il mare cri­vel­la il cie­lo di goc­ce.

Ripe­schia­mo cor­pi e li cori­chia­mo ai nostri pie­di e loro apro­no gli occhi e comin­cia­no a tre­ma­re.

Ecco mia moglie, fra­di­cia e dura, le pas­so una mano sul­le pal­pe­bre, da sot­to in su, per schiu­de­re il suo sguar­do, che è vuo­to. La strin­go al mio pet­to e dopo qual­che ora i suoi occhi mi met­to­no a fuo­co. La aiu­to ad alzar­si all’indietro, si spor­ge fuo­ri dal­la bar­ca, urla paro­le incom­pren­si­bi­li fin­ché il pic­co­lo cor­po di nostro figlio non le sale tra le mani e me lo pas­sa ed è gela­to e lo avvol­go in una cami­cia insan­gui­na­ta e ci ran­nic­chia­mo e lo abbrac­cia­mo fin­ché non diven­ta cal­do e pian­ge.

Testo a cura di Enri­co Dal Buo­no

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