(2014 — ongoing)
Morocco Mall è un progetto fotografico a lungo termine iniziato nel 2014, durante un viaggio personale nel Maghreb. Spinto dalla curiosità di conoscere la nuova vita di un mio vecchio compagno di classe, tornato a vivere in Marocco con la propria famiglia, decisi di partire. L’impatto diretto e senza filtri con la società marocchina mi ha permesso di sviluppare fin da subito un punto di vista critico nei confronti del Paese.
La situazione economica e sociale del Marocco è in continuo movimento. Personalmente, uno dei dati più interessanti: nel 2021 circa il 64% della popolazione risiedeva in centri urbani. Il rapido aumento demografico marocchino iniziato negli anni ‘60 e i relativi processi di urbanizzazione stanno lentamente svuotando le zone rurali ed espandendo fisicamente le città. Se è vero che i centri urbani stanno diventando serbatoi sempre più grandi per le masse, è altrettanto vero che alla rivoluzione urbana marocchina non corrisponde un analogo sviluppo dell’offerta di servizi, occupazionale e culturale.
Nonostante ciò, è innegabile che la politica di modernizzazione avviata da re Mohammed VI nei primi anni 2000, ha ottenuto dei risultati positivi sia in termini economici, sociali e infrastrutturali.
Oltre alla realizzazione di grandi progetti come autostrade, treni ad alta velocità e porti, Mohammed VI ha rivolto la propria attenzione a rendere il Paese maggiormente attraente per gli investitori stranieri liberalizzando alcuni settori economici.
Se ad un occhio meno attento il quadro complessivo appare come quello di un Paese stabile, moderno e lungimirante, scavando un po’ più a fondo scopriamo che la realtà è leggermente diversa. Un’educazione e una sanità accessibile a tutti sono una realtà distante. Cresce, invece, il divario tra ricchi e poveri e la protesta sociale dovuta alla mancanza di libertà di espressione.
Ispirato dai famosi “Scritti Corsari” di Pasolini, ho iniziato a riflettere sulle possibili conseguenze di quella che può essere definita come “ondata di modernizzazione”. Ho approfondito gli effetti dal punto di vista dell’identità culturale e ho continuato a chiedermi se le tradizioni storiche e culturali del Paese saranno o meno compromesse.
Lo scopo di questo lavoro è quello di aprire un dialogo sul modello di lettura del Paese che offro a tutti coloro che sono interessati ad andare oltre la facciata.
Tamesna (città satellite di Rabat). 2016
Porto di Tangeri Med. 2016
Tamesna (città satellite di Rabat). 2016
Tamesna (città satellite di Rabat). 2014
Tamansourt (città satellite di Marrakech). 2014
Lungomare di Tangeri. 2014
Vista di Ksar el Seghir e della linea ferroviaria ad alta velocità che collega il porto di Tangeri Med con il centro della città.
2015
Marina Smir ( Regione di Tangeri-Tetouan ) 2015
Saidia, 2016
Chrafate ( città satellite di Tangeri) 2015
Tamesna (città satellite di Rabat). 2015
Errachidia. 2017
Tamansourt (Città satellite di Marrakech). 2014
Tamesna (città satellite di Rabat). 2015
Giovani abitanti del Rif ascoltano Nasser Zefzafi mentre tiene un discorso durante una delle proteste promosse dal movimento Hirak, Al Hoceima. 2017
Un gruppo di persone prega mentre davanti ai loro occhi sono in corso le proteste organiz- zate dal movimento Hirak sulle condizioni di sottosviluppo della regione del Rif.
Al Hoceima. 2017
Jardin des Nations Unies, Tangeri. 2016
IRT Tanger vs WAC Casablanca presso il nuovo stadio Tangeri Ibn Battuta, inaugurato nel 2011. Il vecchio stadio, situato nel quartiere Marchan, è stato demolito per far posto ad un parco, Tangeri. 2016
Asilah. 2016
Rissani. 2017
Tamesna (città satellite di Rabat). 2017
Parc Rmilat Tangeri. 2018
Rissani. 2016
Cité des sports, Tangeri. 2016
Stazione ferroviaria Casa Port, Casablanca. 2016
Tamesna (città satellite di Rabat). 2016
Toufliht, Atlas. 2016
Moschea Hassan II, Casablanca. 2015