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Settembre
13 Settembre 2024

IL TET­TO ROT­TO BOLI­VIA­NO

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Scri­vo dal nien­te abis­sa­le, ho in testa le cara­mel­le le cara­mel­le, bat­tez­za­te da lom­bri­chi scor­ti­ca­no cor­tec­ce di mem­bra­ne cel­lu­la­ri sono pel­li di ser­pen­ti ven­du­ti nei mer­ca­ti di Mar­ra­kech tem­pli fore­ste sta­tue che pur qual­co­sa avran­no volu­to dire non per me  non per la mia intro­spe­zio­ne  non c’è nien­te di per­so­na­le  per­ché tut­to lo è feni­cot­te­ri, coli­brì, man­ghi teste rot­te nei suc­chi gastri­ci di coc­chi acer­bi. 

Vedo e sen­to liqui­di negli occhi 

E nel­le vene 

Sono fio­ri tro­pi­ca­li 

Che sboc­cia­no in cave Pre­in­cai­che E si tra­mu­ta­no in un fiu­me pre­sen­te Di pla­sti­che. 

La ban­da cada domin­go 

Car­ne frit­ta cada dìa 

Acqua spor­ca cada sed 

Zan­za­re cada vien­to 

Bam­bi­ni che tira­no a cam­pa­re cada restau­ran­te 

Allo­ra per­ché 

Enton­ces por­què 

Que­sto sor­ri­so 

Esta son­ri­sa 

Per­ché que­sta pace 

Por­que esta gana de bai­lar sin razòn 

Per­ché que­sto dol­ce e len­to nul­la 

I pro e i con­tro 

Degli ini­zi del ‘900. 

I con­tro… Più con­fu­sio­ne  più mise­ria più malat­tie  più lavo­ro infan­ti­le  più spor­ci­zia  meno igie­ne non c’è acqua pota­bi­le non c’è lus­so non c’è qual­co­sa di sano non c’è qual­co­sa di sano? Allo­ra por­què esta son­ri­sa? per­ché non rie­sco a dire non c’è feli­ci­tà? 

Per­ché non rie­sco a sus­sur­ra­re: 

Non c’è veri­tà, non c’è auten­ti­ci­tà 

Che è ciò che cer­co dal mio pri­mo respi­ro? 

For­se, anche solo per­ché 

In que­gli ini­zi del ‘900 

In quel­la tec­no­lo­gia mal­fun­zio­nan­te 

In quel­le caro­va­ne di per­so­ne 

Che anda­va­no e veni­va­no in cer­ca di for­tu­na 

C’era anco­ra spa­zio per la fan­ta­sia 

E io 

Per anche un solo ango­lo di crea­ti­vi­tà 

No se que darìa 

Per­ché in un mon­do 

Dove tut­to è ben orga­niz­za­to  E fun­zio­nan­te 

Non c’è spa­zio per inven­ta­re. 

Tut­to già esi­ste 

Secon­do degli stan­dard 

E chi que­gli stan­dard  

Non se li può com­pra­re 

Resta fuo­ri 

Sen­za il pote­re 

Che poi coin­ci­de con la volon­tà Di repli­ca­re. E quin­di di inven­ta­re E di inven­tar­si. 

Per ogni cine­ma in cui si sce­glie il pro­prio film a un euro 

Per ogni ven­di­to­re di alfa­jo­res 

Per ogni ven­di­to­re del­la cosa più stra­na 

Per stra­da 

Per ogni barat­to di una gom­ma buca­ta 

In cam­bio di una cima di mariu­ja­na 

Per ogni bigliet­to del bus non paga­to 

Da chi non può 

Per ogni bam­bi­no che si roto­la nel­la spor­ci­zia 

Per­ché è bel­lo non poter pen­sa­re Rego­la. 

Nell’innocenza dell’essere 

Per ogni don­na con la gon­na 

E le lun­ghe trec­ce nere 

Che por­ta al pasco­lo le peco­re 

In cam­pi scon­fi­na­ti di nien­te 

O meglio 

Di tut­to, all’infuori del­la mer­ci­fi­ca­zio­ne per ogni ani­ma­le sen­za padro­ne per ogni cane ran­da­gio libe­ro di dor­mi­re dove vuo­le per ogni ban­chet­to improv­vi­sa­to per ogni comi­da com­par­ti­da per ogni respi­ro da non paga­re vale la pena di tor­na­re indie­tro 

 

……….. 

 

Ho visto il deser­to in mez­zo alle mon­ta­gne, dove si fa fati­ca a respi­ra­re per l’altura. 

Non c’era nien­te Mau­ri­cio… 

Non c’era un super­mer­ca­to 

Non c’era una chie­sa  

Non c’era un museo 

Non c’era un risto­ran­te 

Non c’era un cine­ma 

Una biblio­te­ca 

Non c’era Dio 

Non c’era evo­lu­zio­ne 

Non c’erano i pila­stri di quel palaz­zo­ne che abbia­mo eret­to, chia­ma­to cul­tu­ra non c’era nien­te Mau­ri­cio… –  Guar­da bene Bart, per­ché for­se, hai guar­da­to il mon­do tra­mi­te il velo che ti han­no posto sul­la fac­cia men­tre cre­sce­vi tra le cin­ta mura­rie del tuo sub­stra­to isti­tu­zio­na­le mora­le e cul­tu­ra­le. – Effet­ti­va­men­te Mau­ri­cio, ora che guar­do bene den­tro la mia memo­ria c’era tut­to quel­lo che ci dove­va esse­re nell’essere pri­mor­dia­le del­le cose. 

C’erano dei vol­ti scol­pi­ti nel­le roc­ce 

La rena pren­de­va vita con il ven­to 

Gli albe­ri pone­va­no le radi­ci a fon­do In quel­lo che pri­ma era un fiu­me, un lago Un ocea­no. 

E tut­ti quei mine­ra­li 

Tut­ti que­gli uccel­li di pas­sag­gio 

Gli asi­ni soli­ta­ri 

I pasto­ri con il loro greg­ge 

Le comu­ni­tà mon­ta­ne 

Che vivo­no in case di ter­ra e paglia 

E cam­pa­no di arti­gia­na­to 

I bal­li del­la dome­ni­ca 

Il cie­lo che dopo tan­to riflet­te­va 

Quell’idea di uni­ver­so Ormai per­du­ta. 

Gemi­nis 

Jupi­ter 

Ares  

Tau­ro 

Suda­me­ri­ca 

Mar­te 

Mar­te 

                                  Qui. 

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