Scrivo dal niente abissale, ho in testa le caramelle le caramelle, battezzate da lombrichi scorticano cortecce di membrane cellulari sono pelli di serpenti venduti nei mercati di Marrakech templi foreste statue che pur qualcosa avranno voluto dire non per me non per la mia introspezione non c’è niente di personale perché tutto lo è fenicotteri, colibrì, manghi teste rotte nei succhi gastrici di cocchi acerbi.
Vedo e sento liquidi negli occhi
E nelle vene
Sono fiori tropicali
Che sbocciano in cave Preincaiche E si tramutano in un fiume presente Di plastiche.
La banda cada domingo
Carne fritta cada dìa
Acqua sporca cada sed
Zanzare cada viento
Bambini che tirano a campare cada restaurante
Allora perché
Entonces porquè
Questo sorriso
Esta sonrisa
Perché questa pace
Porque esta gana de bailar sin razòn
Perché questo dolce e lento nulla
I pro e i contro
Degli inizi del ‘900.
I contro… Più confusione più miseria più malattie più lavoro infantile più sporcizia meno igiene non c’è acqua potabile non c’è lusso non c’è qualcosa di sano non c’è qualcosa di sano? Allora porquè esta sonrisa? perché non riesco a dire non c’è felicità?
Perché non riesco a sussurrare:
Non c’è verità, non c’è autenticità
Che è ciò che cerco dal mio primo respiro?
Forse, anche solo perché
In quegli inizi del ‘900
In quella tecnologia malfunzionante
In quelle carovane di persone
Che andavano e venivano in cerca di fortuna
C’era ancora spazio per la fantasia
E io
Per anche un solo angolo di creatività
No se que darìa
Perché in un mondo
Dove tutto è ben organizzato E funzionante
Non c’è spazio per inventare.
Tutto già esiste
Secondo degli standard
E chi quegli standard
Non se li può comprare
Resta fuori
Senza il potere
Che poi coincide con la volontà Di replicare. E quindi di inventare E di inventarsi.
Per ogni cinema in cui si sceglie il proprio film a un euro
Per ogni venditore di alfajores
Per ogni venditore della cosa più strana
Per strada
Per ogni baratto di una gomma bucata
In cambio di una cima di mariujana
Per ogni biglietto del bus non pagato
Da chi non può
Per ogni bambino che si rotola nella sporcizia
Perché è bello non poter pensare Regola.
Nell’innocenza dell’essere
Per ogni donna con la gonna
E le lunghe trecce nere
Che porta al pascolo le pecore
In campi sconfinati di niente
O meglio
Di tutto, all’infuori della mercificazione per ogni animale senza padrone per ogni cane randagio libero di dormire dove vuole per ogni banchetto improvvisato per ogni comida compartida per ogni respiro da non pagare vale la pena di tornare indietro
………..
Ho visto il deserto in mezzo alle montagne, dove si fa fatica a respirare per l’altura.
Non c’era niente Mauricio…
Non c’era un supermercato
Non c’era una chiesa
Non c’era un museo
Non c’era un ristorante
Non c’era un cinema
Una biblioteca
Non c’era Dio
Non c’era evoluzione
Non c’erano i pilastri di quel palazzone che abbiamo eretto, chiamato cultura non c’era niente Mauricio… – Guarda bene Bart, perché forse, hai guardato il mondo tramite il velo che ti hanno posto sulla faccia mentre crescevi tra le cinta murarie del tuo substrato istituzionale morale e culturale. – Effettivamente Mauricio, ora che guardo bene dentro la mia memoria c’era tutto quello che ci doveva essere nell’essere primordiale delle cose.
C’erano dei volti scolpiti nelle rocce
La rena prendeva vita con il vento
Gli alberi ponevano le radici a fondo In quello che prima era un fiume, un lago Un oceano.
E tutti quei minerali
Tutti quegli uccelli di passaggio
Gli asini solitari
I pastori con il loro gregge
Le comunità montane
Che vivono in case di terra e paglia
E campano di artigianato
I balli della domenica
Il cielo che dopo tanto rifletteva
Quell’idea di universo Ormai perduta.
Geminis
Jupiter
Ares
Tauro
Sudamerica
Marte
Marte
Qui.