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Luglio
11 Luglio 2024

IL CON­FI­NE

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Foto­gra­fie di Fede­ri­ca Coc­ci­ro – Testo a cura di Fran­ce­sca del Boca

Si sa, a fare noti­zia è la vio­len­za espli­ci­ta. Insul­ti, pugni e per­se­cu­zio­ni scuo­to­no le coscien­ze e fan­no gri­da­re all’emergenza. Ma il più del­le vol­te la vera vio­len­za si anni­da die­tro appa­ren­ze di quie­te e di nor­ma­li­tà. È pro­prio così alle por­te di Mila­no, la cit­tà d’Italia che più acco­glie la comu­ni­tà LGB­TQ+, nell’omertà gene­ra­le del­la pro­vin­cia anco­ra si veri­fi­ca­no epi­so­di di discri­mi­na­zio­ne silen­zio­sa ver­so chi vie­ne eti­chet­ta­to come diver­so: iso­la­men­to, pre­giu­di­zio, dif­fi­den­za. Un pro­ble­ma che fa poco rumo­re e per que­sto affon­da le pro­prie radi­ci anco­ra più nel pro­fon­do.

 

Alex — Lis­so­ne

Nasco fem­mi­na, con il nome di Ales­sia. Mi sono sem­pre pia­ciu­te le don­ne, e quin­di pen­sa­vo di esse­re lesbi­ca: solo a 40 anni, quan­do ho cono­sciu­to la mia attua­le com­pa­gna, il mio cor­po ha ini­zia­to a dir­mi “sei un uomo”. Se pri­ma sta­vo bene, ades­so sono feli­ce.
Ho sem­pre vis­su­to a Lis­so­ne: non ci sto male, ma per­ché ho la fac­cia tosta. Se pen­so che una cosa sia nor­ma­le non ho pro­ble­mi a met­ter­la in mostra e me ne fre­go del­le occhia­te del­la gen­te. All’inizio mi guar­da­va­no male, ma io non ho mai abbas­sa­to lo sguar­do. Ho for­za­to la situa­zio­ne, mi ren­do con­to che non tut­ti sono in gra­do di far­lo. Qui devi lot­ta­re per affer­mar­ti.

Danie­la — Ron­co Brian­ti­no

Vige l’omologazione qui, se non ti ade­gui sei invi­si­bi­le. Se non ti capi­sco­no ti can­cel­la­no. Non è un ambien­te peri­co­lo­so ma fa tan­to male. Io ho pre­so con­sa­pe­vo­lez­za del­la mia ses­sua­li­tà solo con­fron­tan­do­mi con altre per­so­ne fuo­ri da que­sto con­te­sto: anco­ra oggi, se doves­si usci­re con la/il miə fidan­za­tə non lə por­te­rei mai qui. Mi rega­la un po’ di pace l’andare in cit­tà e soprat­tut­to immer­ger­mi nel­la natu­ra: pro­vo final­men­te un sen­so di sere­ni­tà, di liber­tà.

Luca — Cesa­no Mader­no

Vivo a Mila­no. Per me è sem­pre sta­ta la ter­ra pro­mes­sa, nel­la spe­ran­za di esse­re meno solo e tro­va­re gen­te come me, tro­va­re un fidan­za­to. In Brian­za mi dice­vo: resi­sti, poi appe­na puoi vai via. Le pri­me espe­rien­ze le ho fat­te a Mila­no, il pri­mo ragaz­zo l’ho tro­va­to a Mila­no. Ero feli­ce, fuo­ri da quel cli­ma di omer­tà e omis­sio­ne che c’era da me. Che bel­lo poter dire a voce alta chi sono, ama­re sen­za ver­go­gnar­mi, sen­za più nascon­der­mi. Sen­za più occhia­te tor­ve, bisbi­gli, risa­ti­ne, i bul­li che ti inse­guo­no dan­do­ti del gay. Solo nel­la mia stan­za mi sen­ti­vo al sicu­ro e sogna­vo di rea­liz­zar­mi final­men­te un gior­no, di anda­re a Mila­no. Sof­fri­vo di non poter esse­re come gli altri…

Cele­ste — Veda­no al Lam­bro

Ho sem­pre pen­sa­to di esse­re lesbi­ca, fin­ché non ho avu­to una rela­zio­ne lun­ga con un ragaz­zo. Da lì ho smes­so di dar­mi eti­chet­te, io sono come sono e mi inna­mo­ro del­le per­so­ne.
Quan­do ho fat­to coming out non mi cre­de­va­no, pen­sa­va­no fos­se una fase pas­seg­ge­ra. Oggi va meglio, ma comun­que un cli­ma osti­le l’ho per­ce­pi­to, soprat­tut­to dagli adul­ti, dai geni­to­ri degli ami­ci: è que­sto che mi ha spin­to a fare l’attivista qui in Brian­za. Mila­no? È un’oasi di pace per noi, anche se cer­chia­mo di crea­re una sce­na qui. Lo fac­cia­mo per aiu­ta­re i più gio­va­ni a usci­re dal guscio. Cam­bia­re la men­ta­li­tà è dif­fi­ci­le, ma insie­me e dal bas­so si può fare.

Alex — Seve­so

Io ho sem­pre sapu­to di esse­re omo­ses­sua­le. Ma vive­vo un gros­so con­tra­sto: a casa mi iden­ti­fi­ca­vo con i per­so­nag­gi fem­mi­ni­li dei car­to­ni Disney, men­tre mio padre ad esem­pio, pri­ma del mio coming out, mi dice­va cose tipo “pre­fe­ri­rei un figlio ladro a un figlio gay”. Ades­so in casa lo san­no tut­ti, anche mio padre, che non la pen­sa più così, l’unica che non lo sa è non­na: è anzia­na, pove­ri­na, le ver­reb­be un infar­to.
Oggi va meglio ma nasce­re omo­ses­sua­li è una sfi­ga. Signi­fi­ca con­fu­sio­ne, non accet­ta­zio­ne, per­di­ta di con­trol­lo, depres­sio­ne. E insul­ti, pre­giu­di­zi, cat­ti­ve­rie. Soprav­vi­vi solo se non ester­ni trop­po, se ti tie­ni tut­to per te e ti ade­gui. Qui impa­ri a sof­fo­car­ti, se vuoi espri­mer­ti libe­ra­men­te devi anda­re a Mila­no. Ma io non ci sto. Io sono Alex, non sono “il gay”.

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