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Luglio
19 Luglio 2023

CAT­TI­VA COSCIEN­ZA: UN’IN­DA­GI­NE MORA­LE NAR­RA­TA DAL­LA COM­ME­DIA ITA­LIA­NA. INTER­VI­STA A CATE­RI­NA GUZ­ZAN­TI

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《La coscien­za di un uomo è il suo bene più pre­zio­so, pec­ca­to che gli uomi­ni non se ne  ren­da­no con­to》. Reci­ta così una del­le bat­tu­te più inci­si­ve di Dru­sil­la Foer in Cat­ti­va Coscien­za, l’ultimo film di Davi­de Min­nel­la in sala dal 19 luglio. Il film, che già dal tito­lo sve­la il cuo­re del­la tra­ma, ha un inten­to pro­vo­ca­to­rio per­ché vuole《metterci a con­fron­to con le nostre coscien­ze e la nostra eti­ca》, come dichia­ra più vol­te lo stes­so regi­sta.
D’altronde, il ter­mi­ne coscien­za indi­ca gene­ral­men­te la con­sa­pe­vo­lez­za che il sog­get­to ha di sé, dei pro­pri pen­sie­ri e del pro­prio cor­po. Indi­ca anche l’insieme dei valo­ri mora­li che per­met­to­no ad una per­so­na di appro­va­re (o disap­pro­va­re) le pro­prie azio­ni e quel­le altrui, di svi­lup­pa­re un sen­so del dove­re e un inte­res­se ver­so i pro­ble­mi di carat­te­re socia­le. Dun­que, stan­do a que­sta defi­ni­zio­ne, lo sco­po del­la coscien­za è quel­lo di gui­da­re al meglio l’essere uma­no, di aiu­tar­lo a con­dur­re la pro­pria vita nel modo più giu­sto pos­si­bi­le.
Ma cosa suc­ce­de­reb­be se que­sto non acca­des­se? Cosa suc­ce­de­reb­be se nel­la vita di ognu­no quest’importante voci­na inte­rio­re scom­pa­ris­se? È quel­lo che si doman­da Davi­de Min­nel­la in que­sto suo ter­zo film, pre­sen­ta­to in ante­pri­ma alla 69° edi­zio­ne del Taor­mi­na Film Festi­val.

Si trat­ta di una com­me­dia roman­ti­ca mesco­la­ta ad ele­men­ti fan­ta­sti­ci, un pro­get­to diver­ten­te ma allo stes­so tem­po estre­ma­men­te pro­fon­do che for­ni­sce a Min­nel­la l’occasione per met­ter­si alla pro­va. Egli infat­ti non solo ha la pos­si­bi­li­tà di diri­ge­re un cast d’eccezione — Fran­ce­sco Scian­na, Matil­de Gio­li, Filip­po Scic­chi­ta­no, Cate­ri­na Guz­zan­ti, Bea­tri­ce Gran­nò e Gian­lu­ca Gori (in arte Dru­sil­la Foer) — ma lo fa in modo anti­con­ven­zio­na­le: inven­ta un mon­do total­men­te nuo­vo, qua­si eide­ti­co, chia­ma­to “Mon­do Altro”. Qui vivo­no miliar­di di coscien­ze, tan­te quan­te cia­scun abi­tan­te del pia­ne­ta, il cui com­pi­to è quel­lo di diri­ge­re le loro azio­ni, con­si­gliar­li duran­te le scel­te dif­fi­ci­li ed allon­ta­nar­li quan­to più pos­si­bi­le dal­le situa­zio­ni eti­ca­men­te scor­ret­te.
Tra esse ce n’è una che detie­ne addi­rit­tu­ra un pri­ma­to: si trat­ta di Otto (Fran­ce­sco Scian­na), la coscien­za miglio­re d’Italia stan­do alla clas­si­fi­ca sti­la­ta dal pre­si­den­te del Mon­do Altro (Dru­sil­la Foer in ver­sio­ne olo­gram­ma). I meri­ti di Otto sono rela­ti­vi alla con­dot­ta di Filip­po (Filip­po Scic­chi­ta­no), il suo “pro­tet­to”, che sul­la Ter­ra gode di una vita per­fet­ta pro­prio per­ché rispet­ta fedel­men­te ogni sin­go­lo con­si­glio: egli è un avvo­ca­to di suc­ces­so, vive una rela­zio­ne sta­bi­le da set­te anni e sta per spo­sar­si. Tut­ta­via per­si­no una vita da sogno come que­sta, desi­de­ra­ta da chiun­que al gior­no d’oggi, nascon­de del­le cre­pe pro­fon­de, tali da far­la implo­de­re da un momen­to all’altro. Ed è quel­lo che acca­de nel momen­to in cui Otto si distrae per pochi minu­ti, pro­vo­can­do un cor­to cir­cui­to che fran­tu­ma tut­te le cer­tez­ze di Filip­po.
Ad aggra­va­re la situa­zio­ne sarà l’incontro con Valen­ti­na (Matil­de Gio­li), una ragaz­za inca­si­na­ta dal­la con­dot­ta cao­ti­ca, ribel­le tan­to quan­to la sua coscien­za Dodi­ci (inter­pre­ta­ta dal­la Guz­zan­ti). A que­sto pun­to l’ipocrita pati­na di per­fe­zio­ne vie­ne defi­ni­ti­va­men­te distrut­ta, get­tan­do i due pro­ta­go­ni­sti maschi­li nel caos del­la vita vera e costrin­gen­do­li ad usci­re dal­la rigi­da com­fort zone in cui si era­no rifu­gia­ti. Costret­ti a rive­de­re le pro­prie prio­ri­tà mora­li, si ritro­va­no in un’assurda cir­co­stan­za che indu­ce per­si­no la coscien­za miglio­re a infran­ge­re le rego­le nel ten­ta­ti­vo di fare la cosa giu­sta. Saran­no pro­prio que­ste situa­zio­ni para­dos­sa­li a mostra­re quan­to sia com­ples­so il mon­do com­por­ta­men­ta­le uma­no, sem­pre in bili­co tra razio­na­li­tà e sen­ti­men­to, impri­gio­na­to in rigi­di sche­mi uni­ver­sa­li che non ten­go­no con­to del carat­te­re rela­ti­vo del­la stes­sa mora­li­tà.

Cat­ti­va Coscien­za — nono­stan­te l’ambientazione fan­ta­sy -dipin­ge una real­tà non poi così lon­ta­na da quel­la attua­le, dove cia­scu­no di noi è dispo­sto a tut­to pur di otte­ne­re risul­ta­ti eccel­len­ti, car­rie­re di suc­ces­so o rela­zio­ni invi­dia­bi­li. Ambi­zio­ni, que­ste, che a lun­go anda­re si tra­sfor­ma­no in pri­gio­ni men­ta­li, sof­fo­can­ti stan­dard sem­pre più irrag­giun­gi­bi­li nono­stan­te gli sfor­zi fat­ti. Una sen­sa­zio­ne fin trop­po ricor­ren­te tra i gio­va­ni del­la Gen Z: costret­ti a rien­tra­re nei rigi­di para­me­tri pro­po­sti dal­la socie­tà, costret­ti ad omo­lo­ga­re i pro­pri pro­get­ti a quel­li dei mol­ti — dal fini­re l’università per tem­po al diven­ta­re geni­to­ri sot­to i 40 anni — per non rischia­re di esse­re addi­ta­ti come colo­ro che han­no “fal­li­to” la mis­sio­ne del­la vita.
Il film di Min­nel­la, tra­mi­te le vicen­de di Filip­po, cer­ca pro­prio di denun­cia­re l’irrazionale pre­te­sa del­la per­fe­zio­ne e di dimo­stra­re inve­ce quan­to sia libe­ra­to­rio usci­re dagli sche­mi, anche sba­glian­do ma viven­do del­le pro­prie scel­te.

Noi del­la reda­zio­ne di Ātman Jour­nal abbia­mo inter­vi­sta­to Cate­ri­na Guz­zan­ti al Taor­mi­na Film Festi­val dove, insie­me ad altri film, Cat­ti­va Coscien­za è sta­to pro­iet­ta­to in ante­pri­ma.

Il ruo­lo del­la coscien­za Dodi­ci (12000818 per l’esattezza) a cui hai dato vita è qual­co­sa che si spo­sa con il tuo carat­te­re in qual­che modo? Anche per­chè si trat­ta di un per­so­nag­gio piut­to­sto ribel­le, come ti sei sen­ti­ta nei suoi pan­ni?

Guar­da io inter­pre­to que­sta coscien­za che è diver­sa dal­le altre, che ha da ridi­re. Pro­te­sta per­ché non è con­ten­ta del meto­do con cui ven­go­no pre­mia­te le coscien­ze, dato che asse­gna loro un pun­teg­gio in base al com­por­ta­men­to dei loro uma­ni sul­la ter­ra. Un pun­teg­gio però non esat­ta­men­te così pre­ci­so, d’altronde come si fa ad asse­gnar­lo? C’è un libro da segui­re? Ci sono del­le rego­le? No. In que­sto la mia coscien­za è mol­to diver­sa e, sì, mi somi­glia un po’. È più mater­na e mon­tes­so­ria­na in un cer­to sen­so per­ché cre­de che “sba­glian­do s’impara” e biso­gna lascia­re chi cre­sce libe­ro di fare da solo.

Tu con la tua coscien­za, quel­la vera inten­do, che rap­por­to hai?

La mia coscien­za pur­trop­po non è una sem­pli­ce voci­na che mi “dice cosa fare”, la vedo più come un coro di gen­te per­ché acchiap­pa le opi­nio­ni di tut­ti. Cre­do che le coscien­ze a vol­te sia­no costrui­te dal­le opi­nio­ni altrui e non sol­tan­to dal pro­prio sen­so che ti dice ciò che è giu­sto o sba­glia­to fare.

Una doman­da off topic, dopo Boris la tua espe­rien­za sui set e la tua car­rie­ra d’attrice sono cam­bia­te in qual­che manie­ra? Hai un modo diver­so di viver­ti il set rispet­to ai film pre­ce­den­ti?

Vedo il set in manie­ra mol­to diver­sa, ma soprat­tut­to ho un rap­por­to con le trou­pe di tut­ti i set mol­to più diret­to. In ogni set c’è qual­cu­no che mi vede anco­ra come aiu­to regi­sta e per lui/lei resto sem­pre Arian­na.

 Un’ultima doman­da: in futu­ro cosa hai in men­te di fare? Abbia­mo visto che stai con­du­cen­do un nuo­vo pro­get­to a tea­tro La Sco­ria Infi­ni­ta, ti va di par­la­me­ne?

La Sco­ria Infi­ni­ta è un rea­ding trat­to dal libro del­la mia ami­ca Arian­na Gau­dio, che sti­mo mol­to per­ché ha una straor­di­na­ria capa­ci­tà di scrit­tu­ra, sin­te­si e cri­ti­ca del­le vicen­de che incon­tra sul suo tra­git­to e che, di con­se­guen­za, tra­scri­ve. Sono tut­ti aned­do­ti e dia­lo­ghi ruba­ti alla vita quo­ti­dia­na, ci diver­tia­mo mol­to a far­lo e sare­mo in tour­née per quest’estate.

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