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Settembre
21 Settembre 2023

LE RELA­ZIO­NI DI COP­PIA COME PRO­DOT­TO CUL­TU­RA­LE: COME CI HAN­NO RAC­CON­TA­TO L’A­MO­RE IN OCCI­DEN­TE

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Per le espe­rien­ze vis­su­te, per edu­ca­zio­ne, per i film visti e i libri let­ti, per le can­zo­ni ascol­ta­te e per aver ascol­ta­to gli altri, una con­ce­zio­ne dell’amore si è indub­bia­men­te instau­ra­ta nel­la mag­gior par­te degli ani­mi nati e vis­su­ti sot­to l’ombra del­la cul­tu­ra occi­den­ta­le.

Si trat­ta di quel­la con­ce­zio­ne dell’amore defi­ni­ta “amo­re roman­ti­co”, che sia in let­te­ra­tu­ra che in altri cam­pi di stu­dio ha immes­so nell’immaginario socia­le una ben defi­ni­ta rap­pre­sen­ta­zio­ne dell’amore. Lo abbia­mo impa­ra­to fin da pic­co­li, per edu­ca­zio­ne e per cul­tu­ra, anco­ra pri­ma di poter­ne ave­re una rea­le per­ce­zio­ne. Fin da bam­bi­ni ini­zia­mo a com­pren­de­re lin­guag­gi di idea­liz­za­zio­ne e pra­ti­che del cul­to dell’amore. Quell’idea del “sei tut­to per me”, “vivo per te”, “non pos­so sta­re sen­za di te”. Que­ste con­ce­zio­ni dell’amore deri­va­no dal model­lo roman­ti­co che nel cor­so dei seco­li abbia­mo intro­iet­ta­to e nor­ma­liz­za­to. Si trat­ta di un model­lo cul­tu­ra­le di cui fac­cia­mo par­te e che per nasci­ta abbia­mo impa­ra­to a con­ce­pi­re come nor­ma­le. Ma se così non fos­se?

Oggi più che mai è neces­sa­rio met­te­re in discus­sio­ne i model­li socia­li com­por­ta­men­ta­li per com­pren­der­li al meglio, ma quan­do entra­no in gio­co le emo­zio­ni uma­ne la discus­sio­ne si fa sem­pre più com­pli­ca­ta e pre­ci­pi­ta in quel dibat­ti­to tipi­ca­men­te antro­po­lo­gi­co che si doman­da, è Natu­ra o Cul­tu­ra?

Que­sto cam­po di stu­di apre le por­te a quel­le doman­de che riguar­da­no l’animo uma­no, le que­stio­ni più pro­fon­de dell’essere, che rap­pre­sen­ta­no il cam­po dei sen­ti­men­ti. Ana­liz­za­re la con­ce­zio­ne del­le rela­zio­ni uma­ne tra­mi­te uno stu­dio sto­ri­co e cul­tu­ra­le è neces­sa­rio anche per com­pren­de­re tut­to quel filo­ne di tema­ti­che di cui l’attivismo fem­mi­ni­sta, sem­pre più vora­ce­men­te, si occu­pa.

Secon­do il model­lo dell’amore roman­ti­co, dif­fu­so in occi­den­te, per cui la let­te­ra­tu­ra ha da seco­li pre­di­spo­sto una nar­ra­ti­va spe­ci­fi­ca, le rela­zio­ni sen­ti­men­ta­li sono defi­ni­te sot­to un pro­fi­lo euro­cen­tri­co nel momen­to in cui ci si inter­fac­cia con altre con­ce­zio­ni di amo­re o più in gene­ra­le di rela­zio­ne di cop­pia: ovve­ro­sia — e in un modo di fare tipi­ca­men­te occi­den­ta­le — se non si ha amo­re roman­ti­co non si ha amo­re tout court. Que­sta nar­ra­ti­va comu­ne­men­te dif­fu­sa per cui ciò che esu­la dall’amore roman­ti­co risul­ta for­za­to o sba­glia­to, è risul­ta­ta spes­so tota­liz­zan­te anche in tem­pi recen­ti, in par­ti­co­la­re nell’opinione pub­bli­ca che ha nel cor­so del tem­po ste­reo­ti­pa­to e costrui­to un’idea dram­ma­ti­ca del­le con­ce­zio­ni d’amore non occi­den­ta­li, come ad esem­pio dei matri­mo­ni musul­ma­ni o rispet­to ai matri­mo­ni com­bi­na­ti .

Seco­li di let­te­ra­tu­ra ci rac­con­ta­no l’amore come quell’interesse nei con­fron­ti di una deter­mi­na­ta per­so­na, con cui la pro­pria affi­ni­tà si sve­la tra­mi­te ripe­tu­ti col­pi del desti­no che intrec­cia­no le stra­de dei due pro­ta­go­ni­sti. Se deco­strui­ta, que­sta dina­mi­ca nar­ra­ti­va può esse­re scom­po­sta in tre dimen­sio­ni rela­zio­na­li che sono: l’idealizzazione o devo­zio­ne roman­ti­ca, l’intesa ses­sua­le, l’unione matri­mo­nia­le. Come spie­ga Fabio Dei nel manua­le “Antro­po­lo­gia Cul­tu­ra­le, (Dei F, 2016, p. 294) “se una di que­ste vie­ne a man­ca­re il mec­ca­ni­smo è mes­so in discus­sio­ne e assu­me acce­zio­ni nega­ti­ve. La ses­sua­li­tà sen­za l’amore vie­ne con­si­de­ra­ta immo­ra­le, il matri­mo­nio sen­za ses­sua­li­tà ano­ma­lo, e quel­lo sen­za amo­re appa­re un’istituzione oppri­men­te”.

Ma que­ste logi­che trop­po rigi­de rischia­no di gene­ra­liz­za­re i com­por­ta­men­ti uma­ni uni­fi­can­do­li ad un model­lo stan­dard, che per qual­cu­no potrà esse­re rea­le, ma che non può rap­pre­sen­tar­ne la tota­li­tà. Ecco quin­di che anche la pra­ti­ca dell’amore risul­ta una costru­zio­ne cul­tu­ra­le, nel momen­to in cui que­sto vie­ne vei­co­la­to, pra­ti­ca­to e con­ce­pi­to. Se l’emozione appar­tie­ne alla natu­ra dell’essere uma­no, il suo rico­no­sci­men­to, la mes­sa in pra­ti­ca, il valo­re che gli si attri­bui­sce, non è uni­ver­sa­le né bio­lo­gi­co, ma cul­tu­ra­le.

L’amore roman­ti­co impo­ne al cen­tro del­la que­stio­ne la natu­ra uma­na, che lo deter­mi­na. Sta­bi­li­sce “amia­mo così e in quan­to esse­ri uma­ni, e così come gli esse­ri uma­ni han­no sem­pre ama­to e ame­ran­no sem­pre” (Dei.F, 2016, p. 296).  E anco­ra quin­di, Natu­ra o Cul­tu­ra? Amia­mo così o ci han­no inse­gna­to ad ama­re così?

Anche la psi­co­lo­gia, che oggi più che mai rivol­ge una serie di argo­men­ta­zio­ni che si inter­se­ca­no con tema­ti­che atti­vi­ste tra cui l’individuazione di una cul­tu­ra del pos­ses­so che si dira­ma all’interno di un siste­ma cul­tu­ra­le patriar­ca­le. In ana­li­si infat­ti, sem­pre più spes­so si affron­ta la tema­ti­ca del­le situa­zio­ni sen­ti­men­ta­li in rela­zio­ne alle tema­ti­che di gene­re, rea­liz­za­te all’interno di uno spet­tro cul­tu­ra­le patriar­ca­le, dal qua­le si evin­ce sem­pre di più quan­to la cul­tu­ra influen­zi i com­por­ta­men­ti sen­ti­men­ta­li all’interno del­le rela­zio­ni per­so­na­li.

Alcu­ne tesi sosten­go­no l’universalità di alcu­ni trat­ti dell’amore roman­ti­co, le ricer­che di Jan­ko­wiak e Fisher (W.R Jan­ko­wiak e Edward F. Fisher,1992, “A cross-cul­tu­ral pro­spec­ti­ve on roman­tic love” p.173), con­cen­tra­ti in par­ti­co­la­re sul­l’a­do­le­scen­za nel­le socie­tà in cui vige la rego­la dei matri­mo­ni com­bi­na­ti, han­no sco­per­to che le cot­te amo­ro­se si veri­fi­ca­no spes­so. I con­cet­ti dell’amore roman­ti­co sono sta­ti uti­liz­za­ti per tro­va­re una uni­ver­sa­li­tà di alcu­ni trat­ti in una pro­spet­ti­va inter­cul­tu­ra­le e sono sta­ti rico­no­sciu­ti come cen­tra­li. Nono­stan­te que­sto, l’antropologia con­ti­nua per lo più a soste­ne­re la dimen­sio­ne cul­tu­ra­le dell’amore roman­ti­co la cui ori­gi­ne è piut­to­sto recen­te e si svi­lup­pa in occi­den­te.

La let­te­ra­tu­ra che ci vie­ne inse­gna­ta è pie­na di sto­rie d’amore con­no­ta­te roman­ti­ca­men­te: Miran­da e Fer­di­nan­do e Romeo e Giu­liet­ta di Sha­ke­spea­re, l’amore prag­ma­ti­co di Wer­ther e Lot­te descrit­to da Goe­the o anco­ra più indie­tro con il dol­ce stil novo, la sce­na dan­te­sca di Pao­lo e Fran­ce­sca. Un pro­dot­to del­la sto­ria occi­den­ta­le che vie­ne col­lo­ca­to all’interno del­le clas­si domi­nan­ti e che ini­zia a dif­fon­der­si alla mas­sa solo con l’età con­tem­po­ra­nea.

I gran­di filo­so­fi e poe­ti ave­va­no a che fare con clas­si di ceto alto e intel­let­tua­li, non cer­to con il mon­do con­ta­di­no e popo­la­re, di cui nes­su­no par­la­va. È infat­ti con la divul­ga­zio­ne del­la cul­tu­ra di mas­sa che il model­lo roman­ti­co si affer­ma nell’intera socie­tà, impli­can­do con­no­ta­zio­ni psi­co­lo­gi­che e sog­get­ti­ve che sono dive­nu­te una par­te fon­da­men­ta­le del­la strut­tu­ra cul­tu­ra­le.

Que­sta tipo­lo­gia di nar­ra­zio­ne si espan­de con le dina­mi­che eco­no­mi­che del­la socie­tà indu­stria­le, impli­can­do alcu­ni cam­bia­men­ti. Le logi­che di mer­ca­to inde­bo­li­sco­no i lega­mi del­le per­so­ne con i pro­pri grup­pi di paren­te­la per­ché la logi­ca indi­vi­dua­li­sta ini­zia ad instau­rar­si nel­la cul­tu­ra libe­ra­le ed in modo più mas­sic­cio nel­la sua evo­lu­zio­ne  neo­li­be­ri­sta, che ha ormai pre­so il soprav­ven­to in gran par­te dell’occidente.

Pro­prio in que­sto perio­do infat­ti, il matri­mo­nio e il fidan­za­men­to diven­ta­no un con­trat­to, libe­ra­men­te scel­to da due sog­get­ti che devo­no con­di­vi­de­re un sen­ti­men­to. A que­sto pun­to dob­bia­mo chie­der­ci: cosa signi­fi­ca rela­zio­ne pura? Seguen­do que­sta logi­ca si trat­ta del­la libe­ra deci­sio­ne di costrui­re un rap­por­to al di fuo­ri di ogni ruo­lo costi­tui­to e di ogni obbli­go di con­ti­nui­tà, sem­pli­ce­men­te in vir­tù dei bene­fi­ci che entram­be le par­ti riten­go­no di trar­ne. Dun­que, con la pos­si­bi­li­tà di inter­rom­pe­re il rap­por­to quan­do tali con­di­zio­ni non sia­no più per­ce­pi­te. La rela­zio­ne pura è quin­di una con­ce­zio­ne dell’amore roman­ti­co con alcu­ne carat­te­ri­sti­che adat­ta­te al tem­po in cui vivia­mo. Il roman­ti­ci­smo clas­si­co impli­ca ad esem­pio una dimen­sio­ne di devo­zio­ne eter­na, l’idea che la pas­sio­ne e l’idealizzazione dell’altro deb­ba­no, in modo natu­ra­le, fini­re con il matri­mo­nio. Quin­di si trat­ta di natu­ra o di strut­tu­ra cul­tu­ra­le?

Inol­tre, que­sta ere­di­tà cul­tu­ra­le si rife­ri­sce in par­ti­co­la­re a rela­zio­ni ete­ro­ses­sua­li e man­tie­ne ben distin­ti i ruo­li del maschi­le e fem­mi­ni­le, alme­no per buo­na par­te del ‘900, quan­do per le don­ne la ricer­ca dell’amore che sfo­cia nel matri­mo­nio resta comun­que una defi­ni­zio­ne in ter­mi­ni di ruo­li. Dina­mi­che cul­tu­ra­li che impli­ca­no anche l’immagine di casti­tà e purez­za e spes­so sot­to­mis­sio­ne dome­sti­ca. Ulti­mo ma non meno impor­tan­te, l’aspetto sto­ri­co, ossia l’importanza dell’eredità del dog­ma cri­stia­no come uni­co pre­sup­po­sto su cui fon­da­re i com­por­ta­men­ti uma­ni all’interno del­le rela­zio­ni sen­ti­men­ta­li. Per seco­li il cre­do reli­gio­so, base fon­dan­te del nostro pae­se, ha det­ta­to le rego­le a cui atte­ner­si per sta­bi­li­re le rego­le di vita, basti pen­sa­re alla sem­pli­ce sacra­liz­za­zio­ne del­la dome­ni­ca, gior­no set­ti­ma­na­le attor­no al qua­le ruo­ta tut­to il siste­ma feria­le e festi­vo anche in ambi­to pro­fes­sio­na­le; alle unio­ni civi­li; la que­stio­ne abor­to ed euta­na­sia e mol­to altro.

Nel cor­so degli anni, anche e soprat­tut­to gra­zie all’emancipazione fem­mi­ni­le, nell’ambito del­la rela­zio­ne roman­ti­ca que­sti ruo­li ven­go­no piut­to­sto supe­ra­ti. È pro­prio gra­zie a que­sta che, sia sul pia­no socia­le che ses­sua­le, le reto­ri­che dell’amore roman­ti­co ini­zia­no a cala­re e for­se anche a fran­tu­mar­si. Così, oggi il lin­guag­gio roman­ti­co, sep­pur man­ten­ga una sor­ta di ege­mo­nia nel­la cul­tu­ra occi­den­ta­le, risul­ta spes­so anche ridi­co­lo ed ecces­si­vo nel­le logi­che più razio­na­li e prag­ma­ti­che che si respi­ra­no.

La nar­ra­zio­ne dell’incontro fata­le con l’amore eter­no lascia il posto ad una ricer­ca lun­ga e tor­tuo­sa del­la rela­zio­ne giu­sta. In que­sta pro­spet­ti­va il lin­guag­gio tra i part­ner non segue più la logi­ca di’ idea­liz­za­zio­ne e devo­zio­ne ma è piut­to­sto un’introspezione psi­co­lo­gi­ca, sul­la rea­liz­za­zio­ne e sull’apertura del sé. Gli innu­me­re­vo­li pro­dot­ti cul­tu­ra­li, i film roman­ti­ci e il lie­to fine dif­fu­so nel­la cul­tu­ra di mas­sa, sep­pur spes­so visti con scet­ti­ci­smo, reg­go­no anco­ra quel­la con­ce­zio­ne dell’amore roman­ti­co che abbia­mo intro­iet­ta­to, anche invo­lon­ta­ria­men­te.

In con­clu­sio­ne, con que­sta serie di con­si­de­ra­zio­ni, non è mia inten­zio­ne smi­nui­re o pren­de­re le distan­ze dal sen­ti­men­to emo­zio­na­le e pro­fon­do dell’amore, ben­sì, apri­re le por­te ad una nuo­va tipo­lo­gia di ragio­na­men­to, ten­tan­do di deco­strui­re dina­mi­che per cui spes­so si incap­pa in situa­zio­ni sen­ti­men­ta­li che ten­dia­mo a giu­sti­fi­ca­re in nome dell’amore roman­ti­co. L’intenzione è quel­la di por­re l’accento anche su altre tipo­lo­gie di rela­zio­ni, che sem­pre più di fre­quen­te nasco­no nel­la socie­tà con­tem­po­ra­nea, esu­lan­do da que­sta tipo­lo­gia di approc­cio men­ta­le. Que­sto arti­co­lo è rife­ri­to anche a tut­te quel­le dina­mi­che rela­zio­na­li, che, svol­gen­do­si sot­to l’influenza cul­tu­ra­le dell’amore roman­ti­co, por­ta­no le per­so­ne a non accor­ger­si del­la tos­si­ci­tà del­la pro­pria con­di­zio­ne o di quel­la altrui, moti­vo per cui, cre­do fer­ma­men­te che psi­co­lo­gia ed antro­po­lo­gia su que­sta tema­ti­ca pos­so­no insie­me get­ta­re le basi per un nuo­vo tipo di coscien­za socia­le e cam­bia­men­to cul­tu­ra­le.

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