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Ottobre
24 Ottobre 2024

BLACK MAR­BLE

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L’attività estrat­ti­va nel com­pren­so­rio apua­no è ini­zia­ta alme­no ven­ti­due seco­li or sono. Vi sono evi­den­ze del­lo sfrut­ta­men­to dei gia­ci­men­ti mar­mi­fe­ri ante­ce­den­ti alla colo­niz­za­zio­ne roma­na. E’ indub­bio che, per colo­ro che non han­no radi­ci nel ter­ri­to­rio tosca­no, le cave di mar­mo pos­sa­no appa­ri­re come gran­di tea­tri sce­no­gra­fi­ci, col­mi di sug­ge­stio­ne e dal for­te impat­to visi­vo.  

Il distac­co emo­ti­vo che gli inve­sti­to­ri han­no nei con­fron­ti del luo­go si tra­du­ce nell’incuria per il patri­mo­nio natu­ra­li­sti­co cir­co­stan­te.

Quan­do il mar­mo non è più con­si­de­ra­to di pre­ge­vo­le fat­tu­ra, i siti di estra­zio­ne ven­go­no abban­do­na­ti a loro stes­si, crean­do vere e pro­prie vora­gi­ni all’interno del fra­gi­le eco­si­ste­ma apua­no.

Mal­gra­do que­sto, la fine dell’intervento antro­pi­co deter­mi­na con­se­guen­te­men­te feno­me­ni di rina­tu­ra­liz­za­zio­ne all’interno del­le cave stes­se. Sono sta­ti iden­ti­fi­ca­ti oltre una deci­na
di casi di cave di mar­mo inat­ti­ve, in diver­se fasi di rina­tu­ra­liz­za­zio­ne spon­ta­nea a ope­ra del­la flo­ra e del­la fau­na. Tale rina­tu­ra­liz­za­zio­ne spon­ta­nea deter­mi­na la nasci­ta di un nuo­vo ‘pae­sag­gio’, costi­tui­to in par­te da spe­cie ende­mi­che e autoc­to­ne, e in par­te da spe­cie ‘alie­ne’ carat­te­riz­za­te da una gran­de capa­ci­tà di resi­sten­za e resi­lien­za in ambien­ti cri­ti­ci.  

Black Mar­ble è la testi­mo­nian­za di que­sto feno­me­no, in cui vege­ta­zio­ne autoc­to­na e spe­cie ‘alie­ne’ han­no con­tri­bui­to alla gene­si di un ‘secon­do pae­sag­gio’.

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