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Maggio
14 Maggio 2024

UNA STRA­GE POLI­TI­CA DIMEN­TI­CA­TA: IL ROGO AL CINE­MA EROS DI MILA­NO

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Tut­ti ricor­da­no la stra­ge di piaz­za Fon­ta­na che è scol­pi­ta nel­la memo­ria del pae­se anche per le com­pli­ci­tà e le bugie di uomi­ni del­lo Sta­to.

Alla richie­sta di ricor­da­re un’altra stra­ge poli­ti­ca avve­nu­ta a Mila­no qual­cu­no, ma non mol­ti, solo colo­ro che han­no vis­su­to gli anni del­la stra­te­gia del­la ten­sio­ne, par­le­reb­be del­la stra­ge avve­nu­ta, con i suoi 4 mor­ti e deci­ne di feri­ti, il 17 mar­zo 1973 in via Fate­be­ne­fra­tel­li dinan­zi alla Que­stu­ra di Mila­no.

Ma nes­su­no, cre­do, ricor­de­reb­be la stra­ge al cine­ma Eros di via­le Mon­za.

Un vuo­to di memo­ria avvol­ge infat­ti l’incendio del cine­ma il 14 mag­gio 1983 quan­do il rogo, appic­ca­to nel loca­le a luci ros­se [1], cau­sò 6 vit­ti­me, mor­te dopo gior­ni di atro­ce ago­nia a segui­to del­le ustio­ni subi­te, e alcu­ne deci­ne di feri­ti.

Un vuo­to, eppu­re è sta­ta a Mila­no la stra­ge poli­ti­ca secon­da per nume­ro di vit­ti­me solo alla stra­ge di piaz­za Fon­ta­na.

Una stra­ge dimen­ti­ca­ta e depo­li­ti­ciz­za­ta in par­te per la par­ti­co­la­ri­tà del luo­go in cui è avve­nu­ta ma anche per la disat­ten­zio­ne del­la magistratura.L’incendio al cine­ma Eros era sta­to riven­di­ca­to con un volan­ti­no a fir­ma Lud­wig, invia­to via posta all’Ansa, in cui si descri­ve­va­no esat­ta­men­te, indi­can­do anche i model­li, la tani­ca e i bido­ni di pla­sti­ca uti­liz­za­ti, par­ti­co­la­ri che solo gli auto­ri pote­va­no cono­sce­re. La ben­zi­na, come avreb­be accer­ta­to poi la peri­zia, era sta­ta spar­sa ed acce­sa nel loca­le e non ave­va lascia­to scam­po, soprat­tut­to agli spet­ta­to­ri del­le ulti­me file. Anche il tet­to in legno, divo­ra­to dal­le fiam­me, era crol­la­to.

Non era un epi­so­dio iso­la­to. Per­ché sareb­be sta­to segui­to, pochi mesi dopo, da un ana­lo­go incen­dio,  appic­ca­to il 7 gen­na­io 1984 nel­la disco­te­ca Liver­pool di Mona­co di Bavie­ra a segui­to del qua­le era mor­ta una gio­va­ne came­rie­ra ita­lia­na, Corin­ne Tar­ta­rot­ti, e per­ché negli anni, a par­ti­re dal 1977, era sta­to pre­ce­du­to da una serie di fero­ci omi­ci­di a dan­no di per­so­ne emar­gi­na­te qua­li pro­sti­tu­te, zin­ga­ri, sen­za­tet­to, omo­ses­sua­li e tos­si­co­ma­ni, e anche due fra­ti. Qua­si tut­ti ucci­si a col­pi di ascia e di mar­tel­lo per un tota­le di ben 15 vit­ti­me riven­di­ca­te da Lud­wig.

Alla fine, il 4 mar­zo 1984, due com­po­nen­ti del grup­po Lud­wig, Wol­fgang Abel e Mar­co Fur­lan, era­no sta­ti arre­sta­ti men­tre con tani­che di ben­zi­na sta­va­no cer­can­do di appic­ca­re il fuo­co all’in­ter­no del­la disco­te­ca Mela­ma­ra a Casti­glio­ne del­le Sti­vie­re, un atten­ta­to che se fos­se riu­sci­to avreb­be pro­vo­ca­to deci­ne di vit­ti­me per­ché il loca­le era gre­mi­to da cen­ti­na­ia di per­so­ne [2].

Nel cor­so del­le inda­gi­ni la respon­sa­bi­li­tà dei com­po­nen­ti di Lud­wig, anche per la stra­ge al cine­ma Eros, era sta­ta con­fer­ma­ta gra­zie ad una tec­ni­ca inve­sti­ga­ti­va mol­to avan­za­ta spe­ri­men­ta­ta in Ger­ma­nia, l’Esda (Elec­tro­sta­tic Detec­tion Appa­ra­tus) in gra­do di evi­den­zia­re i cosid­det­ti sol­chi cie­chi e cioè le trac­ce che s’imprimono sui fogli sot­to­stan­ti a quel­lo su cui si scri­ve. Così, su tre fogli bian­chi seque­stra­ti in casa di Fur­lan e nell’abitazione di Abel a Mona­co, era­no emer­si i “nega­ti­vi” del­le riven­di­ca­zio­ni del rogo al cine­ma Eros, dell’incendio alla disco­te­ca di Mona­co di Bavie­ra e del dupli­ce assas­si­nio al Mon­te Beri­co [3].

All’e­po­ca l’iniziale fram­men­ta­zio­ne del­le inda­gi­ni pres­so le varie Pro­cu­re ove era­no avve­nu­ti i sin­go­li epi­so­di e un atteg­gia­men­to di sot­to­va­lu­ta­zio­ne da par­te di alcu­ni degli orga­ni inqui­ren­ti che ave­va­no cata­lo­ga­to la serie impres­sio­nan­te di delit­ti come l’e­spres­sio­ne di una folie à deux, una sor­ta di ami­ci­zia mala­ta tra due gio­va­ni esal­ta­ti e semin­fer­mi di men­te, non ave­va­no con­sen­ti­to di com­pren­de­re nel loro vero signi­fi­ca­to le gesta di Lud­wig.

Dal­le inda­gi­ni degli ulti­mi anni, incen­tra­te sul­le stra­gi di piaz­za Fon­ta­na e di piaz­za del­la Log­gia ma che han­no toc­ca­to l’in­te­ra sto­ria del­l’e­ver­sio­ne di estre­ma destra, è emer­so, gra­zie anche a testi­mo­nian­ze pro­ve­nien­ti dal­l’in­ter­no di quel mon­do, che Lud­wig non era una “cop­pia” costi­tui­ta solo da Abel e Fur­lan. Era inve­ce un grup­po con­si­sten­te, radi­ca­to a Vero­na, ere­de del­la strut­tu­ra di Ordi­ne Nuo­vo che ave­va sem­pre ope­ra­to in tale cit­tà.

Lo ha spie­ga­to nei suoi inter­ro­ga­to­ri a par­ti­re dal 1999 Giam­pao­lo Sti­ma­mi­glio, espo­nen­te del grup­po di Ordi­ne Nuo­vo di Vero­na, lega­to al col. Amos Spiaz­zi e dive­nu­to col­la­bo­ra­to­re di giu­sti­zia. Sti­ma­mi­glio ha infat­ti rac­con­ta­to di aver rac­col­to nel suo ambien­te pre­ci­se noti­zie in meri­to al fat­to che Lud­wig non fos­se una cop­pia di ami­ci lega­ti da una sor­ta di paz­zia san­gui­na­ria ma un grup­po diret­ta filia­zio­ne del­la vec­chia strut­tu­ra di Ordi­ne Nuo­vo di Vero­na e che si iden­ti­fi­ca­va in par­te con un altro grup­po di estre­ma destra, sem­pre di matri­ce reli­gio­sa e pre­sen­te in quel­la cit­tà, i Guer­ri­glie­ri di Cri­sto Re.

Ed infat­ti in occa­sio­ne di alcu­ni delit­ti com­mes­si da Lud­wig era­no sta­te nota­te più per­so­ne oltre a quel­le indi­vi­dua­bi­li in Abel e Fur­lan.

Guer­ri­no Spi­nel­li, un noma­de bru­cia­to vivo il 25 ago­sto 1977, men­tre dor­mi­va nel­la sua vet­tu­ra, dall’incendio pro­vo­ca­to da due molo­tov intro­dot­te nel mez­zo, pri­ma di mori­re per le ustio­ni ripor­ta­te ave­va par­la­to di “tre incap­puc­cia­ti” che era­no “lì quel­la not­te”.

Anche al san­tua­rio di Mon­te Beri­co, poco pri­ma dell’omicidio dei due fra­ti, una testi­mo­ne ave­va nota­to tre gio­va­ni sedu­ti su un muret­to nel­la stra­da ove poco dopo era­no sta­ti assas­si­na­ti i due reli­gio­si. Inol­tre, uno dei gio­va­ni ave­va due bor­se di pla­sti­ca simi­li a quel­le poi tro­va­te sul luo­go del delit­to.

E pro­prio riguar­do al cine­ma Eros il tito­la­re del loca­le Cosi­mo Cece­ro ha testi­mo­nia­to nel 1987 duran­te il pro­ces­so di aver rico­no­sciu­to Mar­co Fur­lan, gra­zie ad una foto­gra­fia appar­sa sui gior­na­li, come la per­so­na che “una quin­di­ci­na di gior­ni pri­ma dell’incendio” ave­va “acqui­sta­to i bigliet­ti anche per altri due gio­va­ni che lo accom­pa­gna­va­no”. E uno spet­ta­to­re, Gui­do Boce­da, il gior­no del­la stra­ge, ave­va nota­to tre gio­va­ni muo­ver­si cau­ta­men­te nel loca­le e depor­re qual­co­sa in fon­do alla sala.

Sem­bra poi dif­fi­ci­le che Abel e Fur­lan abbia­no potu­to tra­spor­ta­re da soli le gros­se tani­che che dove­va­no ser­vi­re per l’incendio alla disco­te­ca Mela­ma­ra dal pun­to, distan­te qua­si 7 chi­lo­me­tri, ove ave­va­no par­cheg­gia­to il moto­ri­no. È mol­to pro­ba­bi­le che aves­se­ro qual­cu­no di sup­por­to con un’autovettura.

Non è un caso poi che le azio­ni di Lud­wig sia­no matu­ra­te nel­l’am­bien­te vero­ne­se.

Vero­na duran­te la guer­ra era sta­ta infat­ti la vera capi­ta­le del­la Repub­bli­ca Socia­le Ita­lia­na, e, nel dopo­guer­ra, a par­ti­re già dagli anni ’60 la cit­tà era casa di una for­te com­pa­gi­ne di Ordi­ne Nuo­vo, che, secon­do le inda­gi­ni più recen­ti, non era estra­nea alla stra­ge di piaz­za Fon­ta­na e a quel­la di piaz­za del­la Log­gia. Negli anni ‘70, inol­tre, si era costi­tui­ta a Vero­na la più con­si­sten­te “Legio­ne” dei Nuclei di Dife­sa del­lo Sta­to, quel­la diret­ta dal col. Amos Spiaz­zi, che vede­va uni­ti mili­ta­ri e civi­li in un pro­get­to gol­pi­sta e di sov­ver­ti­men­to del­le isti­tu­zio­ni demo­cra­ti­che. A Vero­na, poi, ave­va­no sede le basi mili­ta­ri del­la Nato fre­quen­ta­te dal­l’or­di­no­vi­sta vene­zia­no Car­lo Digi­lio che tene­va costan­te­men­te infor­ma­ti i Ser­vi­zi di sicu­rez­za mili­ta­ri ame­ri­ca­ni sul­le atti­vi­tà ever­si­ve del­le cel­lu­le ordi­no­vi­ste.

Il grup­po Lud­wig era di evi­den­te ispi­ra­zio­ne neo­na­zi­sta con for­ti vena­tu­re eso­te­ri­che. Lo testi­mo­nia­no gli stes­si volan­ti­ni di riven­di­ca­zio­ne di ogni delit­to in cui il mot­to Gott mit uns richia­ma cer­to non il Dio cri­stia­no ma quel­le dei­tà paga­ne, care alla misti­ca nazi­sta, che avreb­be­ro crea­to nel mon­do ger­ma­ni­co una raz­za supe­rio­re.

Nei volan­ti­ni di riven­di­ca­zio­ne degli atten­ta­ti scrit­ti a carat­te­ri runi­ci com­pa­io­no alcu­ne key­words che con­tras­se­gna­no l’ideologia nazi­sta nel­la sua ver­sio­ne misti­co-reli­gio­sa.

Nei volan­ti­ni si pro­cla­ma infat­ti “La nostra fede è il nazi­smo”, “La giu­sti­zia è mor­te” e, dopo il rogo di Mona­co di Bavie­ra, che la puni­zio­ne era avve­nu­ta con “Il fer­ro e il fuo­co” [4] inte­si come stru­men­ti di puri­fi­ca­zio­ne. Tut­ti espri­mo­no una fana­ti­ca con­trap­po­si­zio­ne tra il bene e il male che per­mea­va anche il nazi­smo eso­te­ri­co [5].

Le vit­ti­me per il grup­po Lud­wig, era­no sot­touo­mi­ni, Unter­men­schen  o “uomi­ni sen­za ono­re”, non degni di vive­re e che dove­va­no esse­re rimos­si dal­la socie­tà da que­sti pre­sun­ti Uber­men­schen, uomi­ni supe­rio­ri. Così come il regi­me nazi­sta invia­ta nei cam­pi di ster­mi­nio zin­ga­ri, sen­za­tet­to, omo­ses­sua­li, tos­si­co­ma­ni, e pro­sti­tu­te il grup­po Lud­wig attua­va anch’esso la sua nuo­va “puli­zia euge­ne­ti­ca”.

Solo a qua­ran­t’an­ni dal rogo del cine­ma Eros il Comu­ne di Mila­no ha deci­so di col­lo­ca­re, con una ceri­mo­nia pub­bli­ca, sul luo­go ove sor­ge­va il cine­ma, un pan­nel­lo espli­ca­ti­vo [6] in memo­ria del­la stra­ge che ne spie­ga l’o­ri­gi­ne e il con­te­sto poli­ti­co neo­na­zi­sta e ricor­da le vit­ti­me del rogo.

Tra di esse il medi­co dr. Livio Cere­so­li che sta­va pas­san­do davan­ti al loca­le e ave­va cer­ca­to di por­ta­re soc­cor­so alle per­so­ne intrap­po­la­te rima­nen­do però anch’e­gli avvol­to dal­le fiam­me. Un gesto da medi­co e da cit­ta­di­no sino in fon­do per il qua­le il Comu­ne gli ha tri­bu­ta­to l’onorificenza del­la Meda­glia d’oro al valor civi­le.

Note:

[1] Il cine­ma Eros di via­le Mon­za 101 ave­va ere­di­ta­to i loca­li del “glo­rio­so” ABC, una scom­par­sa sala di “ter­za visio­ne” del dopo­guer­ra di fre­quen­ta­zio­ne popo­la­re. Il vec­chio cine­ma ABC com­pa­re nel film di Vit­to­rio De Sica “Mira­co­lo a Mila­no” in una magni­fi­ca imma­gi­ne not­tur­na ed è nomi­na­to anche in una can­zo­ne di Ivan Del­la Mea degli anni ‘60.

[2] Abel e Fur­lan sono sta­ti con­dan­na­ti per 10 dei 15 omi­ci­di riven­di­ca­ti da Lud­wig a 27 anni di reclu­sio­ne cia­scu­no con una deci­sio­ne defi­ni­ti­va alquan­to sin­go­la­re che ha rico­no­sciu­to loro la pie­na capa­ci­tà di inten­de­re e di vole­re per il ten­ta­to incen­dio del­la disco­te­ca Mela­ma­ra e la semin­fer­mi­tà men­ta­le per gli epi­so­di pre­ce­den­ti. Tut­te le sen­ten­ze han­no inol­tre sor­vo­la­to o smi­nui­to la matri­ce nazi­sta-eso­te­ri­ca dei cri­mi­ni da loro com­mes­si.

[3] Il 20 luglio 1982 vici­no al san­tua­rio di Mon­te Beri­co in pro­vin­cia di Vicen­za due anzia­ni reli­gio­si del­la comu­ni­tà, Mario Lova­to e Gio­van­ni Bat­ti­sta Piga­to, era­no sta­ti assas­si­na­ti a col­pi di mar­tel­lo e di maz­za. Nel volan­ti­no di riven­di­ca­zio­ne si pro­cla­ma “Il fine del­la nostra vita è la mor­te di colo­ro che tra­di­sco­no il vero Dio”.

[4] Alcu­ni degli omi­ci­di di Lud­wig era­no sta­ti com­mes­si con mar­tel­li: un evi­den­te richia­mo al mar­tel­lo del dio Thor del­la mito­lo­gia nor­re­na, ampia­men­te ripre­sa dal nazi­smo.

[5] Sul regi­stro lin­gui­sti­co di ispi­ra­zio­ne nazi­sta uti­liz­za­to dai volan­ti­ni di Lud­wig e la col­lo­ca­zio­ne di tale grup­po nell’estrema destra ita­lia­na si veda ampia­men­te il docu­men­ta­to stu­dio pub­bli­ca­to negli Sta­ti Uni­ti da Guer­ra Nico­la. 2024. The ita­lian far right from 1945 to the Rus­sia-Ukrai­ne con­flict, Rou­tled­ge Tay­lor & Fran­cis Group,New York NY, 155–182.

[6] Nel pan­nel­lo si leg­ge per la pri­ma vol­ta che attor­no alla cop­pia arre­sta­ta vi era, “l’influenza di una orga­niz­za­zio­ne” con “una linea neo­na­zi­sta eso­te­ri­ca che ave­va radi­ci negli ambien­ti estre­mi­sti vene­ti di Ordi­ne Nuo­vo” che ”ha riven­di­ca­to un tota­le di 15 omi­ci­di” e che ” com­pli­ci e fian­cheg­gia­to­ri dei due con­dan­na­ti riman­go­no ad oggi igno­ti”.

Sull’attentato del14 mag­gio 1983 si veda in par­ti­co­la­re S. Fer­ra­ri, “I nazi­sti di Lud­wig ed il rogo al cine­ma Eros”, ed. Red­star Press, 2021

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